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Yoga in Abbazia: natura e spiritualità tra le verdi colline del Montello

Immersa nella pace e nella natura del Montello, l’Abbazia di Sant’Eustachio a Nervesa della Battaglia (TV) diventa domenica 5 maggio dalle 9.00 alle 13.00 il cuore pulsante della spiritualità, luogo mistico ideale dove praticare l’arte millenaria dello Yoga. La docente Laura Melchiori accompagnerà gli allievi nella teoria, nella pratica e nella meditazione, in un percorso verso la più profonda connessione con la terra e l’universo.

L’incontro di domenica sarà un viaggio spirituale in un contesto che favorisce la meditazione e il percorso di ricerca interiore. Attraverso la pratica dello Yoga, si impareranno così a usare le leggi della natura per ottenere una maggior consapevolezza del proprio corpo, che porterà a un miglioramento dell’equilibrio sia fisico che mentale.

Praticare le asana, le posizioni yoga all’aperto significa accrescere questi benefici, sentire l’effetto rigenerante del contatto con la natura, riequilibrare l’energia e ritrovare una connessione profonda con noi stessi. Il rigoglioso bosco di castagni, il rilassante prato e il monastero diventano il tempio ideale per il ritiro olistico, mentre il vento accompagna il respiro e il silenzio mistico invita alla meditazione.

La sessione si terrà sul prato di fronte alla basilica oppure in una suggestiva sala dell’Abbazia in caso di maltempo. Prenotazione obbligatoria. Il costo è di 45€ a persona e comprende teoria, pratica, una meditazione e un tea break a metà mattina. Chiunque volesse partecipare e ricevere informazioni, può chiamare il 320.2696169 (Marco Cadò) 349.4932384 (Laura Melchiori) oppure scrivere un’e-mail a info@abbaziasanteustachio.com Web: www.abbaziasanteustachio.com

L’Abbazia di Sant’Eustachio: storia, recupero e promozione culturale

Una bolla di papa Alessandro II del 1062 testimonia l’esistenza dell’Abbazia di Sant’Eustachio, fondata da Rambaldo III di Collalto e dalla madre Gisla. I Collalto, famiglia di stirpe longobarda, avevano perso la loro influenza su Treviso a favore del vescovo locale il cui potere, non soltanto religioso, si espandeva di anno in anno. Con la fondazione del monastero, quindi, essi contrapponevano a questa autorità un’istituzione indipendente e direttamente sottoposta al pontefice, il quale non vedeva di buon occhio l’espansione dei vescovi trevigiani, sostenitori dell’imperatore.

Tra il Cinquecento e il Seicento l’abbazia divenne un importante polo culturale: tra i suoi illustri ospiti, ricordiamo Pietro AretinoMonsignor Giovanni Della Casa che qui compose il noto Galateo, e la poetessa Gaspara Stampa. Tra il 1744 e il 1819, il complesso fu guidato dal preposto Vinciguerra VII di Collalto, uomo colto e capace che lo trasformò in un’importante azienda agricola retta da esperti e studiosi e la salvò alle soppressioni napoleoniche. Nel 1865, le autorità ecclesiastiche giudicarono inutile questa istituzione e trasferirono il titolo di abate al vescovo di Treviso. Dopo la Rotta di Caporetto, l’edificio si ritrovò in prossimità del fronte del Piave e subì pesanti danneggiamenti. Le rovine, lasciate all’incuria, sono state di recente rivalorizzate con due restauri, uno nel 1992 e un secondo importante nel 2017 a opera della società agricola Giusti Dal Col.

Giusti è un imprenditore canadese originario della zona, che nel 2000 ha deciso di valorizzare questo territorio, vocato sin dall’epoca della Serenissima Repubblica di Venezia ai vini di qualità. Partito da soli due ettari di vigneto, ha sviluppato con passione il suo progetto di promozione del territorio attraverso il vino, arrivando oggi a oltre 100 ettari vitati distribuiti in dieci tenute. Sei anni fa la decisione di avviare il recupero ambizioso di un frammento significativo della storia italiana grazie al restauro dell’antica Abbazia di Sant’Eustachio. Seicento giorni di lavoro hanno restituito fascino, vita e cultura al monastero, che oggi risplende più che mai immerso tra i vigneti e circondato da antiche mura anche grazie agli eventi, le mostre e le manifestazioni organizzate.

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La scrittura è una malattia, che cura da vent’anni con tutto il giornalismo possibile: ha lavorato per due quotidiani, una televisione e mezza dozzina di riviste, guidato da direttore responsabile magazine e siti internet. Autore di un libro storico sul secondo dopoguerra e di un romanzo di narrativa, ama firmare reportage di viaggio ed è membro del Gruppo italiano stampa turistica. Si emoziona per un calice di Prosecco o per una alchimia di gusti nel piatto. Runner per passione, ha vissuto più maratone di quanto potesse sognare ma trova quiete solo correndo tra i monti e nelle note della moonlight sonata di Beethoven. Vive con Ketra, tre gatti e un cane zoppo. È il direttore di Storie di Eccellenza.

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