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“PETROLIO, sulle Orme di P.P.Pasolini”, sabato 9 aprile alle ore 17.00 a Portogruaro

PETROLIO, sulle Orme di P.P.Pasolini

inaugurazione Sabato 9 aprile ore 17.00

presso

AIAP Art Agency – Bolzicco Arte – FaiArte, Castaldi Domenico

via Garibaldi 41 – 47 – 51 di Portogruaro VE

dal 9 Aprile al 15 Maggio 2022

 

Questa mostra PETROLIO non pretende di essere, o dire, qualcosa di nuovo su P.P.Pasolini, bensì di ricalcare alcune sue “orme” per cercare di assumere in coscienza le luci, i sentimenti, le visioni del “paesaggio” friulano, prima che le intuizioni, che il Maestro ha provato e vissuto,cercando di dare così senso alla nostra esistenza di “cercatori” di tracce, o segnatamente di riverberarle in noi, seguendo i suoi “passi”.

Questo incipit ci è parso adatto ad una mostra d’arte sia come “titolo” che come costrutto artistico, in quanto il Petrolio è una miscela liquida di idrocarburi, pertanto essendo di formazione liquida risulta molto vicino alla “liquidità sociale” di cui oggi si parla. Inoltre, esso è pure infiammabile il che lo fa trasmutare in altro, cioè calore, spirito assegnandoli così una funzione alchemica che dalla materia si fa pensiero, spirito.  Dall’altra la complessità del suo metaromanzo postumo, composto da vari strati, diventa l’emblema dell’artista contemporaneo storicamente stratificato per periodi artistici di riferimento. Per cui una mostra su Pier Paolo Pasolini non può prescindere dalla multilateralità delle visioni personali dei singoli artisti che, come il romanzo, non sono che una serie di “appunti” che compongono un romanzo artistico non finito, caotico, circolare, dal testo intuitivo senza inizio e senza fine. Quindi imponderabile tanto da arrivare alla incomprensione del mondo come quello di oggi composto, pur esso, da visioni multiple spesso in contraddizione fra loro, unicamente unite dal concetto di fine ultima con la sua deflagrazione nell’assurdo. Pertanto attraverso gli artisti, i fotografi, e poeti qui in mostra si tenterà di costruire un “itinerario pasoliniano dell’anima”.

Fotografia: Piergiorgio Branzi – Euro Rotelli – Ferdinando Scianna

Pittura: Giampietro Cavedon, Gillo Dorfles, Cesare Serafino.

Critica poetica: Roberto Jacovissi

Curatela: Boris Brollo

 

Il titolo: Petrolio è tratto dal titolo dell’omonimo romanzo postumo di Pier Paolo Pasolini, Einaudi 1992.

Si ringrazia il CRAF di Spilimbergo per la concessione delle foto di Piergiorgio Branzi e Ferdinando Scianna

1 Comment

  1. Avatar
    Giuseppe Siano
    12 Marzo 2022 - 0:32

    L’interesse per Petrolio di P.P. Pasolini è una premessa e una critica alla società attuale, e come hai ben osservato Boris esso rientra in questa trasformazione sociale che Pasolini è stato uno dei lucidi interpreti precursori della critica alla società dei consumi, a quella di massa e all’odierna società della plutocrazia finanziaria. Se dovessi immaginare questo film realizzato forse lo farei sull’onda del film Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni del 1964 con il distacco e i disturbi mentali della sua protagonista che esondavano nella vuotezza di una vita sociale che si stava affermando con la nuova borghesia industriale. La doppiezza in Pasolini, va oltre, si manifesta con la doppia identità del protagonista principale , che vive di una sua contrapposta morale che si manifesta con uno sdoppiamento nel suo racconto. Questa sarebbe in breve la trama principale del romanzo pasoliniano pubblicato postumo. Un protagonista che vive questo suo impiego di ingegnere cattocomunista all’ENI con una morale da dottor Jekyll e Mr. Hyde degli anni ’70 del secolo scorso. Egli vive quello che hai chiamato giustamente la “liquidità sociale” e lo hai identificato nella materia Petrolio. In questo modo si può comprendere Pasolini che percepisce proprio come quell’accensione da te individuata sia il centro della sua critica alla società dei consumi e di massa, fino a indurre il doppio negativo del protagonista, a intessere e consumare rapporti sessuali con le femmine della sua famiglia a partire dalla madre. Egli va oltre e giunge all’omosessualità. Questo fine è in effetti la descrizione del conflitto che si palesa nella sua narrazione tra il Carlo di Polis, angelico e sociale, e il Carlo di Tetis, diabolico e sensuale. In questa differenza dei due Carlo credo tu abbia intravisto la duplice funzione dell’arte, per cui hai eletto Petrolio a simbolo di una critica sociale spietata da parte di Pasolini mentre contestualmente si è prodotta grazie a quel Carlo Polis anche una visione angelica della società dei consumi. Ci sono due ottiche che confliggono. Anche se alla fine Edoardo Sanguineti in una delle sue lezioni di Letteratura italiana nell’Università di Salerno ci descrisse Pasolini e la sua ‘esperienza passiva con il cameriere Carmelo dal quale viene sottomesso e sodomizzato come un segnale indicatore che genera un cambiamento prodotto dalla società consumistica. La socialità degli anni ’70, non tanto lontana da quella di oggi, è fondata sulla corruzione e fa della passività e dell’essere posseduto il massimo atto di realizzazione. Solo così si può giustificare la trasformazione in donna di Carlo. Accettare la trasformazione da attore che cambia la storia a “eroe passivo” che riceve nel proprio corpo la “Grazia” (lo sperma) e si trasforma così nell’eletto della società dei consumi. Petrolio continua. Ci s’imbatte in una visione che prende la forma di “stazione di una via crucis” che è tra il teatrale e il cinematografico. Il protagonista è un giovane proletario, Merda, e attraverso innumerevoli tappe viene illustrata in forma allegorica quella che è, secondo Pasolini, la crisi italiana che ghettizza e non si preoccupa né di dare una dignità né una cultura alle persone ignoranti. In questo modo con Merda egli sottolinea la degradazione della gioventù. Credo che per la mostra ti sei ispirato a questa critica dell’esclusione, con cui potrebbe essere introdotto il discorso sull’arte concettuale contemporanea con emuli di Piero Manzoni che è stato un critico della società come Pasolini. Auguri.

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