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MOLTO RUMORE PER NULLA, una riflessione del critico Boris Brollo

MOLTO RUMORE PER NULLA!

Shakespeare

 

Questo il titolo di un dramma shakespeariano usato per indicare il rapporto fittizio (creato ad arte) nella mostra L’Arte della Scienza – Da Luigi Russolo a Renzo Bergamo – che si tiene nel Palazzo Vescovile di Portogruaro col Distretto Turistico, fino al 3 luglio 2022.

 

La nascita di un mito e la sua falsificazione

La presente riflessione si basa su una serie di indizi, come si suol dire nelle indagini poliziesche, affidati all’acume personale del critico. Siamo di fronte ad una biografia “incerta” del pittore, non ancora pubblicata, e mancano le etichette ai piedi delle opere per poterle contestualizzare in rapporto al tempo storico in cui sono nate e paragonarle ad altre esperienze artistiche coeve. Quindi il visitatore si trova di fronte a mescolamenti di dati del pittore con dati di altri Autori (come quelli di Luigi Russolo), pertanto il Visitatore si trova manipolato senza possibilità di giudizio. Inoltre, il titolo falsifica ogni relazione di confronto. L’arte della Fisica significa che la Fisica ha un’arte. Questo lo sosteneva, in senso lato, pure il filosofo Benedetto Croce quando parlava di creatività del pensiero, ma quando tu, come sottotitolo, metti “da Luigi Russolo a Renzo Bergamo” fai un paragone sbagliato che sminuisce il Russolo a favore del Bergamo che non ha la stessa qualità! Semmai è Bergamo che va verso Russolo per elevarsi. Russolo ha inventato il Rumorarmonio e gli Intonarumori che hanno cambiato il concetto di musica nel mondo!! Bergamo ha composto musiche elementari di suoni che derivano da Russolo. Infine, non è dal 2009 che la Galleria Permanente si chiama Casa Russolo ma dal 20017, quando è stata istituita dalla Amministrazione guidata dal sindaco Maria Teresa Senatore. Errori e manipolazioni date per vere rendono difficile ad un’anima candida come quella dell’inesperto Visitatore districarsi, in mancanza di una biografia ordinata e completa del pittore. Per non dire che la mancanza di una “memoria storica” influisce strategicamente sulla confusione dei dati qui mescolati a proposito. Tutto quello che vediamo in mostra, è un buon allestimento scenografico da mostra di città che però mette assieme cose come i quadri e pensieri sulla scienza al di là delle fonti. Considerazioni personali scambiate come assunti scientifici, su scoperte già avvenute negli anni Quaranta. E tutto questo da uno dei curatori quindi proprio come dice un assunto scientifico ” lo scienziato cerca il risultato che gli interessa ” e quindi lo sforza verso le sue tesi. Ed è il caso presente!

Nella presentazione la parola Genio viene usata spesso per il Bergamo, ma a mio parere a sproposito. Oggi gli artisti più importanti che lavorano pure con l’IA (intelligenza artificiale) hanno 2/3 lauree e sono semplicemente artisti, al di là delle opere a volte geniali. Non rendiamo mitico ciò che è normale!

 

Forma e somiglianze

Si sa che il pittore Renzo Bergamo è stato introdotto da Giovanni Comisso, sempre generoso con i suoi protetti. Fra questi, un grande che ha lavorato con l’Arte maiuscola aprendo molte strade già negli anni Cinquanta, è stato Remo Bianco che ha lasciato opere collegate alla chimica nei laboratori di Uppsala (Svezia). Questo artista sì geniale! Ecco, le prime opere astratte del Bergamo (suppongo degli anni Settanta, mancando le date) ricordano molto le sue Impronte di Gomma (1948/1959).

Proseguendo troviamo, sempre del Bergamo, le astrazioni animistiche dove i segni si fanno struttura e danno forma a delle figure ambivalenti, fra l’umano ed il macchinico/animistico. In fondo sono delle parvenze umanoidi. Pure qui, mancando le date, ci si affida all’occhio e vi si riconosce un’attinenza artistica con le opere di Sebastian Matta e di Wifredo Lam, entrambi artisti surrealisti, che operavano già in quella maniera ai primissimi anni Sessanta. Per cui si ha un bel dire che Renzo Bergamo è stato un visionario in quanto legato alla teoria dei Quanti e alla legge dell’indeterminatezza, o ha guardato al cosmo, quando queste teorie erano già riprese da John Cage, dai musicisti del Gruppo Fluxus, da Lucio Fontana nel suo Manifesto Bianco del 1947. Addirittura, già contenuti nei manifesti futuristi con la presenza del nostro Russolo (19010/1915). Questi erano gli esploratori veri dell’arte contemporanea e moderna! Non solo, è nel 1952 che Lucio Fontana scrive il Manifesto per il Movimento Spaziale per la televisione dove dice: «Noi spazialisti trasmettiamo, per la prima volta nel mondo, attraverso la televisione, le nostre nuove forme d’arte». 

 

Valorizzazione del territorio

 All’apertura, i responsabili del Distretto Turistico hanno tutti parlato di “valorizzazione delle eccellenze del territorio”. L’esperienza della collezione Sgarbi/Cavallini ha dimostrato, a mio avviso, che una volta fatte certe mostre non lasciano nulla sul territorio, e sono solo costose ed esose. Voglio credere che chi informa i finanziatori che investono in questo comparto siano sinceri ed abbiano a cuore questo territorio che, ripeto, ha eccellenze storiche da vendere. Per l’appunto, fra queste, il grande Luigi Russolo che è conosciuto in tutto il mondo. Ricordo qui un giovane australiano venuto fino a Portogruaro dalla Tasmania (sic!) per raccogliere i suoni della Casa di Russolo e trasmetterli poi in una sua opera installativa al MONA (acronimo del Museo di Hobart, la capitale della Tasmania). Un museo scavato nella roccia sotto il livello del mare. Il ché dimostra che il nome Russolo ha varcato gli oceani e non c’è paragone con altri autori locali, anche se hanno vissuto a Milano. Il dono resta il dono, come dice la parabola dei Talenti del Vangelo. Non si compra l’intelligenza. Per cui, secondo me, va investito su Luigi Russolo. Abbiamo la fortuna di averlo qui, di avere una Biennale d’Arte che ha una documentazione enorme sul futurismo nel suo Archivio. Non solo, lo stesso Museo MART di Trento ha un centro di documentazione enorme su Luigi Russolo, che ci può prestare. Basta costruire ogni anno prima il progetto della mostra stessa. E anno per anno ampliare e sviluppare una storia d’arte che tanti ci invidiano.

Altri errori dovuti all’inesperienza, probabilmente. Non si affiancano due pittori sullo stesso argomento senza creare una scheda critica che spieghi chi sono e il periodo in cui le opere sono state concepite. Mi spiego. Non si possono mettere due opere di Russolo del periodo Classico Moderno, cioè concepite dopo il Futurismo, quando lui, per filosofia e per scienza artistica, decide di tornare alla pittura di figurazione paesaggista, e mettergli accanto un quadro di paesaggio di un giovane, neanche ventenne, con la pretesa “innocente” (?) di dimostrare che quest’ultimo è di pari grandezza!! Questo nel Salone Municipale. Far passare un confronto visivo così, senza spiegazioni critiche, è disinformare e “falsificare” la storia degli artisti.

 

 

Ottimo allestimento con alti costi della mostra e dei ticket

 Un ticket troppo alto (10 euro) frena la presenza del pubblico e, sinceramente, se una mostra sugli Impressionisti a Trieste o sui Romantici a Padova, con quadri venuti dall’estero, costa 14 euro, non si può far pagare 10 euro una mostra di un pittore italiano, a meno che non sia uno storico tipo Filippo De Pisis, Giovanni Fattori o Segantini, ad esempio. Qui 8 euro erano già tanti. Kandinskij a Palazzo Roverella costa 12 euro, ridotto 8. E parliamo di Kandinskij!!

 

Boris Brollo

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L’ARTE DELLA FISICA

Da Luigi Russolo a Renzo Bergamo

Palazzo Vescovile – Portogruaro, Venezia

Dal 13 marzo al 3 maggio 2022

Ingresso 12 euro

 

Segnaliamo questa replica all’articolo qui sopra:

Senza ORGOGLIO E PREGIUDIZIO , una rifessione del critico Roberta Semeraro

 

 

 

 

 

1 Comment

  1. Avatar
    Roberta Semeraro
    28 Marzo 2022 - 21:51

    👎 devoid of gratitudine, unfair, tendentious

    Reply

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