“A Dubai, durante il ritiro invernale con il Milan, sono scoppiati a ridere tutti tranne uno: Flamini, vittima del Capo dei briganti, uno scherzo di gruppo da veri bastardi, ma spettacolare.
Si sceglie un bersaglio, di solito un permalosone – Flamini – e gli si costruisce intorno un racconto.
Spiegarlo a tutti singolarmente, è stato un lavoro che mi ha segnato: prima agli italiani in italiano, poi ai brasiliani in simil-italiano, quindi a Beckham a gesti.
La trama è sempre uguale. Io sono il narratore di una storia, i calciatori i protagonisti.
Dopo cena Gattuso si avvicina e mi dice: “Dai Mister, facciamo il Capo dei briganti.
È divertente, ci sono dei giocatori che non lo conoscono”. Alzo il sopracciglio, tanto mi viene naturale “Vabbè, ma che sia l’ultima volta”.
Comincio a spiegare le regole, ma solo per Flamini, che in realtà è l’unico che non sa di che stiamo parlando.
Ci sono dei ruoli da assegnare, uno per ogni calciatore.
Fila tutto liscio, fino a quando si deve scegliere il Capo dei briganti.
E qui viene il bello.
Ecco Gattuso: “Stasera il capo dei briganti lo voglio fare io”.
Si alza Inzaghi: “Basta, Rino, cazzo! Tu l’hai già fatto, stasera lo voglio fare io”.
Interviene Kaladze, arrabbiatissimo: “Siete i soliti raccomandati, per una volta lasciate spazio a me”.
Ok, intervengo: “State buoni, lo facciamo fare ad uno dei nuovi acquisti”.
Kaladze: “Io voto per Beckham”.
Kakà: “Ma Beckham non sa l’italiano, cosa vuoi che capisca?”.
Tocca di nuovo a me: “Per me va bene Beckham”.
Tutti si girano verso Flamini, lui si carica e quasi urla: “Lo faccio io, lo faccio io”.
Eccolo. Morto.
Che lo scherzo abbia inizio, parto con il racconto.
“In un bellissimo castello abita…” Maldini, con la forchetta in mano: “Il re”.
“E il re naturalmente è sposato con…”
Borriello, con fare effemminato:”La regina”.
“Loro due per uscire dal castello usano una carrozza trainata da bellissimi cavalli e guidata dal…”
Kalac, mimando il gesto sulla sedia: “Cocchiere”.
“Ma il cocchiere non è solo, al suo fianco c’è”
Abbiati, quasi ballando: “L’aiuto cocchiere”.
Mi fermo e penso che dobbiamo vincere lo scudetto. Dio mio!
“Tutti insieme si devono avventurare in un bosco pericoloso, quindi sono scortati dalle…”
Emerson, Pato, Kakà, Dida, Ronaldinho e Seedorf in coro, tutti armati di coltello: “Guardie”.
“Perchè dentro al bosco ci sono…”
Zambrotta, Bonera, Antonini e Jankulovski, con i tovaglioli in testa: “I briganti”.
“E i briganti sono capeggiati dal…”
Silenzio. Flamini si alza lentamente e praticamente sussurra: “Il capo dei briganti”.
No, Mathieu, non ci siamo. Ma cos’è? Devi dirlo più forte, urla come Maldini.”
Rifacciamo. “E i briganti sono capeggiati dal…”
Flamini, un po’ più forte: “Il capo dei briganti”.
Maldini: “Ma allora non capisci una fava. Devi ur-la-re!”
Il terzo tentativo è sempre quello buono.
“E i briganti sono capeggiati dal…”
Flamini, come una furia: “IL CAPO DEI BRIGANTI!!!”
Un secondo di pausa. Si alzano tutti, da Beckham a Shevchenko. L’urlo è terrificante, il Milan al gran completo: “CHE CI FA UNA PIPPA A TUTTI QUANTI!!!”
Boato.
Gattuso quasi sviene.
Mathieu, persona splendida, gran compagnone, mi guarda malissimo.
Talmente male che capisco quello che pensa: “Un maiale non può allenare”.
CARLO ANCELOTTI