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UNA BORSA DI STUDIO PER RACCONTARE PAOLO FORADORI, IL VIGNAIOLO SOCIAL PRIMA DELL’ERA INTERNET

Una borsa di studio per raccontare Paolo Foradori – 84 anni – , vignaiolo e pensatore non convenzionale che negli anni Sessanta precedeva l’era moderna dei viticoltori “digital” girando video in super 8 tra le sue vigne. La tenuta J. Hofstätter di Tramin – Termeno, oggi guidata da Martin Foradori Hofstätter, ha avviato un progetto con ISIA ROMA DESIGN, qualificato Istituto Universitario pubblico di Design in Italia, premiato con il Compasso d’Oro, per raccontare la storia aziendale attraverso le immagini storiche girate dal “Padre del Pinot Nero”.

La borsa di studio è destinata a premiare uno tra gli studenti che nei mesi scorsi hanno lavorato per unire vecchie immagini video degli anni Sessanta in bianco e nero – girate da Paolo Foradori – a immagini nuove, prodotte dai ragazzi, che con le loro telecamere hanno raccontato la vendemmia, la potatura verde, il Pinot Nero di Mazon, la cura delle api nelle vigne e altro ancora.

Il progetto, dal titolo “Present & Past, Hofstätter video and picture archive”, ha permesso di raccontare un pezzo di storia della viticoltura, dall’imbottigliamento manuale alle moderne tecniche, dal lavoro in vigna nel secolo scorso all’attuale cura del vigneto. Un filo conduttore che ha percorso oltre 60 anni, narrando l’evoluzione dell’azienda di Tramin – Termeno.

La giuria ha visto la partecipazione del caporedattore centrale del Corriere della Sera Luciano Ferraro, del noto sommelier di Fondazione Italiana Sommelier – Bibenda Paolo Lauciani, di Bruno Gambacorta, ideatore di TG2 Eat Parade; del food designer Marco Pietrosante e di Massimliano Datti, direttore di ISIA ROMA DESIGN. In giuria anche Martin Foradori Hofstätter. Project manager professor Marco Ripiccini.

La premiazione dello studente vincitore del concorso si é tenuta  il 26 novembre, alle 16.30, a Roma, nella sede ISIA. La borsa di studio è stata assegnata alla studentessa Gaia Stirpe per il video dedicato alla vendemmia. Apprezzati da pubblico e giuria anche i video degli altri partecipanti al concorso: Giacomo Fabbri, Lavinia Franceschini e Francesca Leuti.

About Paolo Foradori

Paolo Foradori, nasce a Bolzano nel 1935 da una famiglia di origine Trentina. Suo padre Vittorio Foradori, allora avvocato e appassionato di viticoltura, compra negli anni Trenta  tre masi con terreni annessi sull’altopiano di Mazon, sopra il paese di Egna in Alto Adig,. Contrariamente all’idea del padre, che per suo figlio Paolo intravedeva la carriera in uno studio legale, Paolo Foradori decise di intraprendere la carriera enologica. La svolta arrivo nel 1959, quando Paolo Foradori sposò Sieglinde Oberhofer, discendente della nota famiglia vitivinicola Hofstätter di Termeno. Paolo Foradori, oggi riconosciuto come il padre del Pinot Nero, ha contribuito a scrivere la storia recente dell’enologia italiana. Introdusse già negli anni Sessanta il Guyot come metodo di coltivazione per il Pinot Nero, rompendo gli schemi in valli che fino ad allora avevano conosciuto solo la classica pergola. Spirito d’iniziativa, voglia di fare, capacità di sperimentare è stato anche il primo a creare una vera e propria rete commerciale (tanto che ancora oggi la Hofstätter vende l’80% del suo vino in Italia, cosa praticamente unica). È stato lui ad intuire il valore del terroir di Mazon per il Pinot Nero ed è sua la battaglia per la valorizzazione dei Cru che il figlio Martin porta avanti. La sua vita è piena di aneddoti curiosi come questo: negli anni Sessanta, Paolo aveva scelto di andare in Germania per formarsi e seguire la sua passione per la viticoltura . Quando fece rientro in Italia caricò sulla sua auto alcune barbatelle di Kerner nel baule. Quando lo fermarono alla frontiera, raccontò che servivano per bloccare le ruote dell’auto perché non scivolasse sulla neve.

 

About J. Hofstätter 

Nota in tutto il mondo soprattutto per i suoi Pinot Nero e Gewürztraminer, la tenuta J. Hofstätter sorge nel centro di Tramin-Termeno, tra le spesse mura di un’imponente costruzione del XVI secolo, proprio accanto alla chiesa di questo paese in provincia di Bolzano. A guidare oggi l’azienda in quarta generazione è Martin Foradori Hofstätter: figlio di Paolo Foradori (riconosciuto come il padre del Pinot Nero), egli ha alle sue spalle tre generazioni e oltre un secolo di esperienza nella cura di vitigni esigenti come Pinot Nero e Gewürztraminer ma anche di varietà come Lagrein, Pinot Bianco e Schiava. Le proprietà della tenuta J. Hofstätter includono in oltre 50 ettari 6 masi (tipiche tenute altoatesine), situati in microzone diverse tra loro. Questi masi, circondati da vigneti, si estendono sia sul versante est che su quello ovest della Valle dell’Adige, cosa unica in Alto Adige per una cantina a conduzione familiare.  Le viti hanno le loro radici su altopiani e colline ad altitudini che variano da 250 a 850 metri. Tenuta J. Hofstätter è stata la prima azienda della regione ad introdurre, nel 1987, il termine “Vigna” per alcuni dei suoi vini: per valorizzare la singola produzione e le corrispondenti particelle, base per qualsiasi vino che vuole essere un vero “Cru”.

 

About ISIA Roma Design

ISIA Roma Design determina, ormai da tempo, il proprio ruolo e missione culturale a partire dalla presa d’atto della profonda mutazione socioculturale e tecnologica dell’insediamento umano della società postindustriale che, di fatto, spostando il focus dal discorso sui bisogni e le funzioni, punta, in senso sistemico e relazionale, ad aggiornare in progress la geografia del design. L’obiettivo è fornire allo studente i mezzi adeguati per individuare i profondi cambiamenti e tradurli in atti di creazione, qualificando il designer sia come portatore di rinnovata cultura materiale, sia come interprete dell’immaterialità della nostra epoca. Una persona predisposta all’ascolto della complessità, tesa a creare l’innovazione che segnali al mondo l’esatto scarto culturale da recuperare tra il catalogo delle merci e il fare umano. ISIA Roma Design si occupa di ambiente e ambienti, di sostenibilità e globalizzazione, del corpo e della persona, della mobilità e della telematica, parte del progetto strategico per l’insediamento umano, il Design dell’Accoglienza, di cui il design etico è un segmento importante, alla ricerca di una convivenza possibile in una società percepita, irreversibilmente, come informatizzata, multietnica, multitecnica e multiculturale.

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La scrittura è una malattia, che cura da vent’anni con tutto il giornalismo possibile: ha lavorato per due quotidiani, una televisione e mezza dozzina di riviste, guidato da direttore responsabile magazine e siti internet. Autore di un libro storico sul secondo dopoguerra e di un romanzo di narrativa, ama firmare reportage di viaggio ed è membro del Gruppo italiano stampa turistica. Si emoziona per un calice di Prosecco o per una alchimia di gusti nel piatto. Runner per passione, ha vissuto più maratone di quanto potesse sognare ma trova quiete solo correndo tra i monti e nelle note della moonlight sonata di Beethoven. Vive con Ketra, tre gatti e un cane zoppo. È il direttore di Storie di Eccellenza.

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