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The Guardian e l’uva

Gentili Signori,

Mi chiamo Alessandra Dinato e vi scrivo in merito all’articolo del Guardian sul Prosecco. Da 10 anni lavoro come sommelier professionista, da poco sono tornata a vivere in Italia con 5 anni di esperienza a Londra in ristoranti stellati e non, quindi, da Veneta che sono, permettetemi di spendere qualche parola sull’argomento perché mi sono sentita decisamente presa in causa. Da qualche anno sto promuovendo il vino italiano in Inghilterra e conoscendo il mercato inglese posso dire che l’articolo del guardian non arriva a caso.

Il giornale punta il dito contro il mix di anidride carbonica e zucchero della bollicina più apprezzata dagli inglesi sostenendo di causare diversi problemi alla salute fino a presunti danni ai denti arrivando perfino a bucarli. Già i dentisti italiani si sono scagliati contro queste affermazioni e se fosse vero dovremmo essere tutti senza denti qui in Veneto!
Innanzi tutto mi dispiace vedere un newspaper come the guardian uscire con queste chiacchiere da mercato. Mettiamo insieme diversi fattori: La politica inglese sulle tassazioni dei prodotti importati è famosa fin dal XVII secolo per tassare maggiormente i prodotti provenienti dai territori non appartenenti alla Corona, aggiungiamoci quel tentativo discutibile di ridurre i problemi legati all’alcolismo attraverso un incremento delle tasse sull’alcol durante la prima guerra mondiale. Mescoliamo il tutto con il fatto che da quando è arrivata la Brexit le tasse sul vino spumante sono aumentate di 10p a bottiglia ma nessuna variazione per le bevande alcoliche diverse dal vino.

http://www.decanter.com/wine-news/uk-budget-2017-wine-duty-to-rise-by-inflation-356957/

Questi fattori più il cambio sfavorevole ha portato a diverse difficoltà per the wine industry.

Adesso apriamo un’altra finestra: The English Sparkling Wine!

Wow!!! Favolose bollicine dalle ridenti coste del Sussex, del Kent da suoli ricchi di gesso e vigne piantate a latitudini estreme per il clima freddo che danno uve ricche di acidità e povere di zucchero. Tutto questo è bellissimo e ricorda molto la Champagne (peccato il clima sia decisamente più umido e funghi e muffe vengono trattati con antiparassitari per cavalli). Vini con alte potenzialità di invecchiamento che stanno crescendo lentamente nelle vendite inglesi ma sono distanti dai i volumi di Prosecco e Champagne e dal conquistare il pubblico inglese e tantomeno i sommelier che lavorano in Inghilterra (prevalentemente francesi e italiani).

https://www.forbes.com/sites/cathyhuyghe/2016/06/27/brexit-impact-on-sparkling-wine-from-england-france-and-italy/#23b92a61e413

Notiamo anche che sono stati fatti sostanziali investimenti da Maison francesi fra cui Tattinger nelle vigne del Kent e che, guardacaso, the Guardian era proprio lì per pubblicizzare nel suo giornale qualche mese fa the french venture! Mah… Fanno gola i volumi del prosecco, lo so monsieurs!

https://www.theguardian.com/business/2017/may/07/champagne-taittinger-plants-first-vines-english-soil-sparkling-wine

Quello che la stampa inglese non capisce è che chi beve prosecco non apprezza quel gusto di lievito degli english sparkling Wine e dello champagne mentre sarebbe molto più utile sprecare le loro pagine in educazione enogastronomica (spiegando che esiste anche il prosecco extra brut) piuttosto che sputare su un prodotto di importazione che frutta tantissimo Her Majesty Tax and Revenue, visto che le accise non le regalano. In sostanza grazie al price point e la sua beva facile il fiato è sprecato perché le vendite del prosecco secondo dati vinexpo sono destinate a salire incuranti delle malelingue, e, aggiungo io, confidando specialmente sulla sete degli inglesi.

http://imbibe.com/news-articles/wines/sparkling-wine-sales-show-no-signs-of-falling-flat/

 

Alessandra Dinato

www.dinatowine.com

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La scrittura è una malattia, che cura da vent’anni con tutto il giornalismo possibile: ha lavorato per due quotidiani, una televisione e mezza dozzina di riviste, guidato da direttore responsabile magazine e siti internet. Autore di un libro storico sul secondo dopoguerra e di un romanzo di narrativa, ama firmare reportage di viaggio ed è membro del Gruppo italiano stampa turistica. Si emoziona per un calice di Prosecco o per una alchimia di gusti nel piatto. Runner per passione, ha vissuto più maratone di quanto potesse sognare ma trova quiete solo correndo tra i monti e nelle note della moonlight sonata di Beethoven. Vive con Ketra, tre gatti e un cane zoppo. È il direttore di Storie di Eccellenza.

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