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PARATISSIMA BOLOGNA Animali Notturni – The Dark Side of Life

Falene, gufi, lupi ululanti e pipistrelli non sono i soli abitanti delle tenebre. Gli animali
notturni sono tanto reali quanto immaginari, se non interiori o metaforici, simboli di fobie
o timori, energie negative oppure ossessioni. “Animali Notturni – The dark side of life” è il
tema della prima edizione di Paratissima Bologna che ha ispirato i lavori degli 87 artisti
selezionati dalla kermesse internazionale di arte contemporanea dedicata ai talenti
emergenti.
Paratissima per la prima volta approda a Bologna, dal 2 al 4 febbraio, in concomitanza
con Artefiera e l’art week bolognese, nella sede IAAD, l’Istituto d’Arte Applicata e
Design, un ex fabbricato industriale dei primi del ‘900 frutto di una profonda opera di
riqualificazione urbana. L’occasione siglerà l’inizio di una stretta collaborazione con una
delle università più apprezzate a livello nazionale e internazionale in materia di
creatività, professionalità e trasversalità tra discipline e progetti.
Paratissima Bologna è organizzata da PRS, powered by IAAD, sponsored by Molecola.
Con il patrocinio del Comune di Bologna. La direzione artistica è di Francesca Canfora.
ANIMALI NOTTURNI – THE DARK SIDE OF LIFE
In mostra l’opera di Alice Padovani selezionata dal Celeste Prize 2017, che esplora il
mondo degli insetti, tra meraviglia e repulsione. Con uno spirito classificatorio
neosettecentesco, unisce alla spontaneità dell’impulso creativo il rigore del metodo
scientifico: passando attraverso installazioni vegetali, assemblaggi entomologici e
performance con insetti vivi, nelle sue opere propone frammenti di una natura
decontestualizzata e crea collezioni che sono, al contempo, cumuli e tracce.
Mariangela Artese, figlia d’arte, nei suoi collage trasforma gli insetti nei compagni di
passatempo dell’infanzia. Gli “Amabili Resti” di Studionessuno sono frammenti di animali
racchiusi in urne che esplorano il concetto di morte e reminiscenza. Le “conserve
globulari” di Paola Tassetti racchiudono un microglobo di luoghi, insetti, rami, foglie. In
“Atlas over Arteries” di Riccardo Bandiera, esposto al Voies Off di Arles durante i
Rencontres, il corpo femminile diventa anfratto e riparo accogliente per falene, insetti
e farfalle. La parte notturna dell’essere umano si rivela nelle immagini digitali dell’artistascrittore
Stefano Bonazzi. Il mondo onirico è richiamato dai fotomontaggi di Montserrat
Diaz, l’artista di origine spagnola trapiantata a Milano; ma l’immaginario surreale e
grottesco connota anche le opere di Django Nokes e le illustrazioni di Roberto Gentili.
Le fotografie di Andrea Buzzichelli nascono da un lavoro nel Parco Nazionale Foreste
Casentinesi in Toscana: le immagini, per nulla descrittive, catapultano l’osservatore in
una sorta di immaginario proibito, avvicinandolo al lato nascosto e oscuro della natura
del parco. Con un pennello incastonato in un casco da ciclista, disegna boschi
incantati e fantastici Giovanni Malavasi, giovane artista tetraplegico. Emergono
dall’oscurità, galleggiando nel vuoto, nel nero nulla, i “Nudi al Buio” fotografati da
Daniele Ratti. Le “Radiografie del subconscio” di Martina Calissano si presentano velate
da una tela nera, che offusca ciò che sta dietro e invita a scoprire cosa c’è dentro,
oltre i livelli del conscio. Il soggetto delle foto è il fidanzato dell’artista che dal suo sonno
non si sveglierà mai più, ma che le ha insegnato a non avere paura dei demoni.
Il tema dell’instabilità come condizione costante del vivere è alla base dell’opera “La
vita possibile” di Rebor che rappresenta un’umanità errante, deprivata e orfana. I due
paesaggi notturni di Alice Serafino sono un invito a viaggiare e a perdersi all’interno
della notte. Federica Poletti rappresenta un viaggio inconscio negli abissi, nelle
profondità di noi stessi. Benedetta Galli indaga la zona d’ombra, si muove nel riverbero
nero del taglio di Fontana, visita il non visibile e l’invisibile. L’opera “Kinky Gerlinky” di
Ketra si ispira al mondo sotterraneo dei club notturni ed è realizzata con il tessuto pvc
lucido delle mise nelle mistress. “Fino alla fine del mare” di Jacopo di Cera è un viaggio
figurativo e metaforico composto da immagini a colori dei frammenti degli scafi nel
cimitero delle barche di Lampedusa, stampate su pezzi di legno delle barche stesse.
Sette visioni diverse del notturno prendono forma nei quadri di piccole dimensioni di
Alessandra Rovelli dipinti su scatole di cartone. “Come una falena alla luce” è
l’installazione a 4 mani di Valentina Addabbo e Gerardo Rosato: uno sciame di
centinaia di falene in ferro e carta. Con spago e cellophane Annalisa Di Meo
rappresenta solo un particolare degli insetti notturni: le ali, cupe, essenziali e funzionali e
per questo eleganti e bellissime. Attraverso pattern visivi, sovrapposizioni e giochi di
simmetrie “Moth Serie” di Filippo Peron restituisce fascino alle falene, emblema della
metamorfosi e dell’evoluzione interiore e spirituale. La falena è seduzione per Matìas
Jorge Montes de Oca, mentre per Chiara Merlo diventa una creatura immaginaria –
una Falena-Sfinge – e per Luigi Quarta una figura ibrida, metà umana e metà falena.
Gli animali notturni si rivelano figure ambigue nelle opere di Betty Amicucci e per Alice
Piazzi sono la raffigurazione dei vizi capitali, madri e padri di tutte le dissolutezze. I
rapaci diventano oracoli funesti per Lisa Sorba e una blatta che spicca dal buio del
subconscio, per Mbag, diventa seducente. Umberto Squarcia jr. rappresenta una
specie in via d’estinzione: il bisonte, che brancola nella notte come un’ombra, uno
scheletro incompleto, evanescente, scarno, intrappolato e smembrato. La scultura di
Cristina Saimandi si trasforma in una creatura celata nell’oscurità del bosco. Ne “I colori
della biodiversità” Gianpaolo Marchesi effettua scatti notturni proiettando fasci di luce
colorata su una figura e fotografandone, poi, le ombre colorate ottenute. “Gli Invisibili”
di Ivana Galli, realizzati a getto d’inchiostro su gesso, sono ritratti di animali notturni
impagliati e di persone incarnate nel loro doppio. Con l’utilizzo delle lenti macro che
immortalano anche i più piccoli dettagli, Lorenzo Buda crea una sua personale visione
della natura fatta di infiniti tratteggi e minuscoli dettagli. Gli animali notturni di Gian
Maria Soglia altro non sono che le creature della notte, uomini e donne, silenziose e
spesso incomprese.
“Capendo Adamo” di Nicola Bertoglio è una ricerca sul corpo maschile, sulla sua
“distruzione” e “ricostruzione” in forme bizzarre trovate scavando dentro il mondo onirico.
“Broken Girl” di Saverio Lombardo è composta da 5 fotografie di una Barbie scattate
singolarmente per poi formare un’unica figura umana, simbolo della rottura dell’anima
e di un corpo fatto a pezzi, al pari di una bambola di plastica. La videoinstallazione di
Silvia Morandi è composta da tre estratti della performance svolta in occasione del
vernissage del progetto Modus operandi all’Hotel Schwarzschmied a Lana sulle cui
pareti Hannes Egger ha elaborato rappresentazioni grafiche del corpo. In “Borderline:
psychotic activity” di Simona Muzzeddu il soggetto è una persona, un modello con una
vera camicia di forza che esprime fisicamente il disagio psichico vissuto come incubo,
per esorcizzare la realtà quotidiana. Paolo Di Rosa ritrae persone vere, incastonate
come gemme preziose su sfondi eterei, onirici ed irreali. In “Paesaggi ancestrali” di
Valeria Calabrese il corpo è un luogo notturno, un apparecchio per la memoria, dove
ronzii di mosche accompagnano una figura che si anima, si dissolve e si mette in posa. I
profondi abissi di Gianni Depaoli simboleggiano l’ignoto che si manifesta con visi
deformi di animali o personaggi immaginari. I ritratti in sequenza di giovani appena
sotto la superficie dell’acqua, in “BreathLess” di Patrizia Mori, bloccati in una condizione
che non permette loro il respiro, sono la metafora del tentativo di emergere
combattendo con le continue fragilità del mondo contemporaneo. Giorgio Parisi
rappresenta figure umane che trasmettono uno stato di squilibrio. Gli autoritratti di
Giovanni Cangemi, lontani dalla vanità o dal narcisismo, sono un’elegia della fragilità.
Sospese tra realtà e sogno sono le opere di Le Nabis nate in un periodo di personale
profonda inquietudine interiore. Sentimenti graffianti, vissuti, raccolti ed osservati
emergono nei dipinti di Lena Aboo. Sono effervescenze della psiche le opere di Marco
Vecchiato ed esplorazioni dell’animo umano le sculture di Raffaele Russo.
Attingono alla natura, Giulia Mazzoleni per creare le sue immagini distorte e Stefano
Zotti che unisce stampa d’arte e grafica. Sandro Taurisani esplora il lato inconscio della
progettazione elaborando ambientazioni oniriche in cui l’essere umano è assente o
appare come un fragile manichino. Moreno Rusconi effettua una ricerca sul rapporto
tra interiore ed esteriore ed Alberto Saka esplora la laguna. “Glitch” di Jelena Sapagova
è un momento, un attimo perso tra due mondi: il sogno e la veglia, rappresentato da
un’insolita piazza San Marco a Venezia deserta e inondata dalla luce dei lampioni. Al
confine tra la realtà nascosta e il suo mistero è il velo, soggetto-oggetto della scultura
in pietra di Maddalena Barletta. Si diventa invisibili sulle panchine: il luogo ideale per
sognare per Paolo Ollano e un’istantanea di quattro stati d’animo per Giovanna Basile.
Una tela di ragno si trasfigura e diventa tessuto fantastico e fantasmagorico nelle
fotografie di Elisabetta Zurigo e Pantaleo Musaro, mentre l’elemento catalizzatore del
paesaggio contemporaneo per Stefano Venezia è la rete edile, riferimento estraneo
all’ambiente naturale. Le due coppie di fotografie, realizzate in trasparenza, da quattro
scatti diversi di Pantaleo Musarò ed Elisabetta Zurigo raffigurano scorci,
apparentemente inumani, catturati al confine tra il giorno e la notte. Emergono dal
nero le cisterne di Aurora Guazzaroni e le immagini del trittico di Diego Dominici che
rappresentano le tre principali religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo e
islamismo). Il colore nero è una scusa per Matias Abel Pera, apprezzato bonsaista, per
riflettere sul contesto in cui viviamo, sulle paure nascoste e sulle psicosi. “Retablo:
(in)carnation” di Tiziana Menegazzo contiene e rappresenta lo spaesamento e la
vertigine del volo, nell’abisso dell’inconscio. Carlo Zara attraversa le stagioni dell’arte
fantastica e onirica di Hieronymus Bosch per esprimere un mondo animato di mostri. Tra
situazionismo statico e surrealismo si muovono le fotografie di Lorenzo Fontanesi,
vincitore del Premio Celeste 2012 e XOff di Fotografiaeuropea.
Briciole e pezzi di pane sono la tavolozza di Alessandro Lobino. Usa la polvere da sparo
sulla tela, Damiano Fasso per rappresentare con figure in apparenza infantili i drammi e
le ossessioni della società contemporanea. Luigina Mazzocca realizza gli “Alberi del
Giardino dell’Eden e i loro buoni frutti” con tessuto di vestito usato, compattato con filo
di ferro zincato e resina. Le ceramiche smaltate di Matteo Bagolin mettono in
discussione l’identità, mentre gli elementi resinosi di Anastasia Moro portano dentro di sé
la trama della vita. Andrea Bertoletti cerca di dare un peso e una consistenza ai
pensieri, ai ricordi e alle riflessioni sul quotidiano, fossilizzando, tramite la polvere degli
spray, lo spazio affettivo occupato dagli oggetti disposti sul supporto pittorico come
elementi di una storia da raccontare. Nelle giare Stefano Rosa sigilla i libri, ma anche le
idee ossessive, le idiosincrasie, le paranoie, le fobie sublimate attraverso la letteratura
contemporanea. I ricordi si intrecciano alle paure nel “Diario del Seduttore” di Eduardo
Fiorito che si ispira all’omonima opera del filosofo danese Soren Kierkegaard. È
accompagnato dalla pagina di apertura de “La Metamorfosi” di Kafka il dipinto di
Francesco D’Adamo, pittore e musicista membro della band Nero di Marte. Ispirato da
Charles Baudelaire, Giuliano Cataldo Giancotti ha invece paragonato la condizione di
vita dell’albatros a quella degli artisti “maledetti”.
Kim JooYeon, con tecniche diverse che corrispondono a differenti fasi della sua
esperienza artistica, trasporta in una visione liquida della vita, dove si mescolano
tecniche, impressioni e culture. Frammenti di vita, inquietudini e malinconie emergono
negli scatti di Lulù Withheld e Carver77. Studia l’origine della vita, la scultura in bronzo
“Abiogenesis” di Cascione & Lusciov; indaga la morte e la vita in tutte le sue forme
l’opera di Giorgio Gieri e pone una riflessione sulla natura dell’eros Massimiliano Usai.
L’artista saldatore e culture del metallo ClaVi osserva la relazione tra uomo e
tecnologia, Luigi Citarella rappresenta l’interfaccia uomo-macchina. L’inconscio, infine,
diventa una “Favola nera” per Nicoletta Deva Tortone.
LIVE PERFORMANCE
Paratissima è contaminazione, che dà spazio e voce ai talenti emergenti di arti
differenti. Off the Corner – il consolidato format di “live sessions” che in meno di 2 anni ha
pubblicato 200 video di artisti da tutto il mondo su Facebook e Youtube – ha
individuato un roster di artisti che, rigorosamente in versione semi-acustica, farà da
installazione sonora all’interno dello spazio espositivo il 2 e 3 febbraio. Nabel, Altre di B,
Felpa, Persian Pelican, Gipsy Caravan, Roipnol Witch + Lilith Le Morte sono i musicisti
selezionati da Tiziano Lamberti tra le realtà musicali di Bologna.
Durante i giorni dell’evento, inoltre, andrà in scena la performance materico-musicale
“Dynamic Noise” dei bolognesi Rumore Bianco con reazioni e ri-creazioni di liquidi e
materie cromatiche e musica dal vivo. L’installazione audiovisiva propone la più
intrinseca e fedele rappresentazione della vibrazione mediata dall’azione, dal
movimento e dall’umano istinto. La vibrazione sonora viene trasmessa alla materia,
generando un’immagine in perenne azione. Le reazioni dei fluidi con la musica dal vivo
vengono proiettate in tempo reale grazie a una o più fotocamere che riprendono la
performance dall’alto restituendola al pubblico in tempo reale.
PREMI
Paratissima Bologna Talent Prize: il miglior artista avrà la possibilità di esporre le proprie
opere gratuitamente in uno dei prossimi appuntamenti di Paratissima.
Premio N.I.C.E.: i quattro artisti selezionati avranno la possibilità di esporre le proprie
opere gratuitamente all’interno di uno dei progetti espositivi N.I.C.E. durante Paratissima
Torino 2018.
Premio Nophoto: l’artista selezionato avrà la possibilità di esporre le proprie opere
gratuitamente nella sezione Nophoto di Paratissima Torino 2018.
Premio Art Production: i tre artisti selezionati entreranno a far parte del progetto Art
Production, il centro di produzione indipendente per artisti emergenti che promuove
alcuni tra i migliori artisti ospitati da Paratissima nelle varie edizioni della manifestazione
torinese.
PRS
PRS – Paratissima Produzioni e Servizi è l’impresa sociale che si occupa della
realizzazione di Paratissima fornendo servizi, consulenza e formazione a favore di artisti
e creativi, collezionisti o semplici appassionati, con l’obiettivo di valorizzare la
connotazione “pop” e “democratica” dell’arte.
IAAD
IAAD – The Italian University for Design nasce nel 1978. Oggi rappresenta uno dei
principali poli dell’alta formazione design oriented in Italia e in Europa.
Con 7 sedi (di cui 2 in Italia, a Torino e Bologna, e 5 in Francia), più di 5.000 studenti, 400
docenti e un sistema didattico integrato composto da oltre 30 corsi fra Lauree e
Master, IAAD investe sulla qualità e sul costante aggiornamento della didattica. Valore
umano e professionale di docenti e studenti, connessione con aziende e professionisti
sono i principali assi d’investimento di IAAD.
Orari
venerdì 2 febbraio: ore 15-24
sabato 3 febbraio: ore 10-24
domenica 4 febbraio: ore 10-20
Costo: 5 euro (gratuito under 18)
Drink and food corner a cura di Ragù (http://ragubologna.it/) & Ruggine Bologna
(http://www.ruggine.bo.it/)

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La scrittura è una malattia, che cura da vent’anni con tutto il giornalismo possibile: ha lavorato per due quotidiani, una televisione e mezza dozzina di riviste, guidato da direttore responsabile magazine e siti internet. Autore di un libro storico sul secondo dopoguerra e di un romanzo di narrativa, ama firmare reportage di viaggio ed è membro del Gruppo italiano stampa turistica. Si emoziona per un calice di Prosecco o per una alchimia di gusti nel piatto. Runner per passione, ha vissuto più maratone di quanto potesse sognare ma trova quiete solo correndo tra i monti e nelle note della moonlight sonata di Beethoven. Vive con Ketra, tre gatti e un cane zoppo. È il direttore di Storie di Eccellenza.

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