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LE QUATTROMILA STORIE DELLA PADOVA MARATHON  

Le sfide di Silvia Furlani, ammalata di sclerosi, e della paratleta Serena Banzato

Anche questa è la maratona 

(Padova 19.04.23) Ogni corsa porta con sé le storie dei tanti piccoli e grandi campioni che affollano le sue strade. È così anche per l’edizione 2023 della Padova Marathon. Che vivrà, certo, della sfida tra il keniano Maiyo e l’etiope Shewalem in campo maschile e di quella tra l’etiope Asefa e la burundese Nahimana tra le donne, ma che sarà anche animata dagli atleti che più raramente si conquistano articoli sui giornali o servizi in tivù ma che, con le loro vicende, rendono affascinante questa disciplina. Sono tanti i podisti che domenica 23 aprile saranno alla partenza dello Stadio Euganeo o a quella della mezza maratona, da Abano Terme. Ne abbiamo scelti alcuni, queste sono le loro storie. 

DON DANILO, SACERDOTE E MARATONETA. Indossa con la stessa disinvoltura la tonaca e le scarpe da corsa. Il parroco di Rubano, don Danilo Miotto, parteciperà anche quest’anno alla Padova Marathon, perché, come ha avuto modo di spiegare: «Lo sport, e correre in particolare, aiuta a trovare il giusto equilibrio fisico e mentale, a conoscere sé stessi e a meditare. Può rivelare a ognuno di noi i propri limiti, ma anche le sue potenzialità». 

L’INESAURIBILE SILVIA. 63 anni, friulana, Silvia Furlani a 30 scopre di essere affetta da sclerosi multipla. Non si lascia abbattere e decide di sfidare la patologia, rivolgendo le sue energie proprio nella direzione contraria all’immobilità: inizia così il suo avvicinamento alla corsa. Il grido di battaglia è riappropriarsi della padronanza dei propri movimenti: correre significa combattere e riuscire a contrastare la malattia. Più volte in gara anche a Padova, in forza alla società Keep Moving, sarà alla partenza di Abano Terme per la mezza maratona, portando il suo messaggio di coraggio, determinazione e positività.

RITORNA SERENA BANZATO. «Correre un’intera maratona nella mia città dopo la mia malattia e con una disabilità alla gamba colpita è stata per me una rivincita immensa. Non l’ho vissuta solo come una conquista personale, ma come un urlo per tutti coloro che pensano di non poter risorgere dalle proprie macerie e difficoltà». 

Per Serena Banzato, la Padova Marathon 2022 è stata la prima occasione per rimettersi in gioco, dopo 13 operazioni e tante prove da superare per far fronte alla grave infezione al tallone sinistro contratta nel 2018. 

«La sofferenza è stata molta, in alcuni punti ha temuto che la caviglia non reggesse lo sforzo… ma eccomi! Nella mia città e all’arrivo, con il tempo simile a quello che facevo da normodotata! Non riuscivo a respirare dall’emozione, dalle lacrime che erano sul mio viso. Avvolta dal tifo di tutti!» 

E Serena ci sarà anche alla prossima Padova Marathon: «Chi mi ferma più! I miei obiettivi sono tantissimi, ma quello più grande è sensibilizzare il più possibile sulla realtà della paratletica, e come psicologa trasmettere una terapia naturale e potentissima… il movimento e lo sport!». 

FRANCESCO, IL PACER IN FRAC. Di sicuro non passerà inosservato. Nella squadra dei pacer della Padova Marathon, coordinata da Marica Tozzato, ci sarà anche lui: Francesco Cannito, punto di riferimento per i podisti da 4 ore e 10’. Un nome molto conosciuto nel mondo del podismo, perché il suo sorriso contagioso è apprezzato da tutti, così come la sua bombetta e l’immancabile fifì. Pugliese, classe 1959, veste i colori della Athlos Matera e si è talmente passionato di corsa da non sapere più quanti chilometri ha percorso (ma sono già 235 le sue maratone). Nelle gare di dicembre in genere corre vestito da Babbo Natale, a Padova indosserà il frac. Ha iniziato a correre all’età di 50 anni ma è un ultra-maratoneta rinomato, capace di completare i 285 chilometri della Milano-Sanremo e i micidiali 490 della Atene-Sparta-Atene (in 96 ore). Impossibile non volergli bene.

ELENA FABIANI, PACER E ULTRAMARATONETA DA PRIMATO. Ma tra i pacermaker/angeli custodi che quest’anno accompagneranno i 4.000 runner della Padova Marathon ci sono anche altri “personaggi”. Una è di sicuro Elena Fabiani, ultramaratoneta azzurra che domenica 18 dicembre 2022, alle ore 12, sulla pista di Can Drago di Barcellona, lungo l’Avinguda Meridiana, si è imposta nella 24 ore (quarta assoluta) coprendo 233,7 chilometri, vicina al record di Eleonora Rachele Corradini. Risultato incastonato dentro un 2022 superlativo (e nel quale spicca il terzo posto al Passatore): nel suo curriculum 72 ultramaratone per complessivi 6.846 km. Già campionessa italiana nella 24 ore nel 2018, è stata capace negli ultimi mesi di migliorare i propri primati personali in tutte le distanze (mezza maratona, maratona, 6h, 100km, 12h e appunto 24h). A Padova farà da riferimento per i podisti da 3 ore e 15’. 

E che dire di Domenico Masiero, pacer e runner dall’orgoglio Veneto? Mestrino di Zelarino, domenica a Padova concluderà (in 5 ore) la sua 232^ tra maratone e ultramaratone. Punto di riferimento per molti runner della zona, nel 2019 si è classificato primo nella 10×50 (50 km al dì, per 10 giorni di fila) sul Lago d’Orta. Marco Mannucci, pacemaker di origini pisane (pontederesi per l’esattezza), riferimento per le 4 ore, ha invece iniziato a correre vent’anni fa, scoprendo presto la sua vocazione per mettere le sue gambe al servizio degli altri: 50 le sue gare da pacer, anche internazionali, è al suo esordio a Padova. 

LA MARATONA DELLE AZIENDE. Quella per la corsa è una vera e propria passione che accomuna i dipendenti Alì. Primo fra tutti a testimoniarlo è Ruggero Pertile, oggi Direttore tecnico di Assindustria Sport ma da maratoneta capace di gareggiare tre volte ai Giochi Olimpici: “Rero” iniziò la sua carriera proprio dietro il banco salumi di un supermercato Alì per poi diventare campione italiano della specialità. Ebbene, anche quest’anno il Gruppo ha organizzato e promosso, all’interno della Padova Marathon, il Trofeo Alì dedicato ai dipendenti che gareggeranno domenica 24. Ma non è l’unica azienda che si schiera in forze al via e che ha subito il contagio assolutamente benefico della corsa. Ne citiamo altre due in doppia cifra con i propri dipendenti/podisti al via nelle prove agonistiche: Carel e Swegon. Correre fa bene e fa… squadra. Loro lo hanno capito. 

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