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FESTA DELLA DONNA, A PADOVA APRE LO SPORTELLO RIVOLTO AGLI UOMINI

Nuova iniziativa della fondazione “Foresta Onlus”: un numero verde rivolto agli uomini, a disposizione per contrastare violenze sulle donne, omicidi e suicidi, aiutando i giovani a comprendere le ragioni del fenomeno. La posizione della Fondazione: “Il problema dell’8 marzo? La festa delle donne… è ancora senza l’uomo”

La festa della donna nasce per promuovere e celebrare i diritti delle donne e la parità dei generi. Negli ultimi decenni, grazie alle lotte femministe, la posizione della donna si è notevolmente emancipata sul piano lavorativo, economico, sessuale e politico.

Ma permangono profonde discriminazioni e quotidiane violenze. Nel giorno della festa della donna, è fondamentale sottolineare con forza l’aberrante disequilibrio ancora persistente tra i generi. Per questo, la Fondazione Foresta, attraverso la sua rete di psicologi e psicoterapeuti, agisce nelle scuole per promuovere scenari di atteggiamento e comportamento tra i generi che mettano in evidenza la parità nelle diversità. Tuttavia si sente che manca ancora qualcosa, e cioè una riflessione su modalità di intervento ancora più specificamente dirette all’uomo, meglio ancora al giovane, per la scoperta e la costruzione di nuovi modi possibili di essere e sentirsi maschio e maschile.

Perciò, nel giorno della festa della donna, la Fondazione, attraverso la sua équipe di psicologi e psicoterapeuti, ha attivato uno sportello in via Gattamelata 11 a Padova rivolto a tutti gli uomini che vogliono riflettere intorno alla propria maschilità, e continua a promuovere queste tematiche in molte scuole del Veneto. A disposizione il numero verde per la prenotazione 800100123.

L’obiettivo è contrastare quell’insieme di credenze condivise che implicitamente consolidano l’erroneo concetto di superiorità del maschio, alla base dell’ideologia del patriarcato, ancora fortemente radicata nella nostra società. Ancora troppo spesso il maschile si definisce per il disprezzo e la negazione di ciò che è femminile o che si discosta dall’idea obbligata di “maschio eterosessuale egemonico e dominante”: potere, forza, prestanza fisica, noncuranza del dolore e dell’emotività, successo, competitività e ipersessualità. Questa visione del maschile, che continua a dominare l’immaginario collettivo, costituisce motivo di grande disagio non solo per le relazioni di genere e per le donne, ma anche, seppur a livello inconsapevole, per l’uomo stesso. Quest’ultimo rischia infatti di sentirsi vincolato ad aderire a questo “codice di appartenenza”, pena l’esclusione dalla categoria dei privilegi, il genere maschile.

In questo contesto possono essere interpretati molti degli episodi di violenza fisica e sessuale perpetrati dagli uomini contro le donne, e sempre più spesso di successivi suicidi, che rimangono drammaticamente all’ordine del giorno e che si scatenano a partire da questa miope visione o proprio da situazioni che la incrinano, intaccando il ruolo atteso di potere e supremazia (separazioni, tradimenti, senso di abbandono rispetto ad una donna vissuta come proprietà, fallimenti lavorativi). C’è di che riflettere.

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La scrittura è una malattia, che cura da vent’anni con tutto il giornalismo possibile: ha lavorato per due quotidiani, una televisione e mezza dozzina di riviste, guidato da direttore responsabile magazine e siti internet. Autore di un libro storico sul secondo dopoguerra e di un romanzo di narrativa, ama firmare reportage di viaggio ed è membro del Gruppo italiano stampa turistica. Si emoziona per un calice di Prosecco o per una alchimia di gusti nel piatto. Runner per passione, ha vissuto più maratone di quanto potesse sognare ma trova quiete solo correndo tra i monti e nelle note della moonlight sonata di Beethoven. Vive con Ketra, tre gatti e un cane zoppo. È il direttore di Storie di Eccellenza.

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