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Dal Medioevo al terremoto del 2012: l’Emilia Romagna rinasce con il Parmigiano

Chi non apprezza la golosità, la sapidità e la lunga tradizione del Parmigiano Reggiano? Caposaldo della cucina italiana, amato in tutto il mondo, la sua lunga storia nasce nel Medioevo e racconta della resilienza del territorio emiliano.

La storia del Parmigiano Reggiano

Come spiegato in questa pagina, la storia e la tradizione del Parmigiano Reggiano è antichissima. Tra Parma e Reggio Emilia i monaci cistercensi e benedettini producevano questa prelibatezza e la facevano viaggiare in tutto il mondo conosciuto.

Un poco alla volta, questa prelibata preparazione è arrivata prima alle case nobiliari, poi a quelle borghesi, e infine ad una popolazione mondiale. Oggi infatti il Parmigiano Reggiano è uno dei prodotti italiani più esportati nel mondo, una vera e propria bandiera del Made in Italy.

Il terremoto del 2012 e la resilienza emiliana

In questo articolo di Slow Food, l’associazione che promuove la tutela delle eccellenze gastronomiche italiane, si ripercorre la storia del dolorosissimo maggio 2012, quando un violento sisma colpisce Modena, Bologna e Ferrara. Il bilancio è disastroso: quasi 40 caseifici danneggiati, più di 600 produttori di latte colpiti, il 20% delle forme di Parmigiano cadute dai bancali di conservazione perdute, operatori del settore rimasti feriti dai danneggiamenti. I danni stimati, tra produzioni e indotto? Oltre 110 milioni di euro.

Eppure, la potenza di questa regione si scatena: consorzi, consumatori, produttori e acquirenti si alleano, fanno rete, acquistano tutte le forme possibili per dare alle decine e decine di famiglie che vivono grazie al Parmigiano Reggiano il sostentamento necessario alla ripartenza.

Lo chef Massimo Bottura all’attacco

Uno degli uomini che ha più contribuito alla causa è stato lo chef modenese Massimo Bottura, tre stelle Michelin, patron dell’Osteria Francescana. Ambasciatore della gastronomia e creativo nato, ha ispirato il Risotto Cacio e Pepe preparato con il Parmigiano Reggiano, insegnando la ricetta a cene esclusive in tutte le capitali europee. In pochi giorni il tran tran sui social ha prodotto una tale curiosità da consentire l’acquisto in tutto il mondo delle oltre 360.000 forme di Parmigiano che rischiavano di venire perdute.

Gli abbinamenti

La cucina francese e la gastronomia ce lo insegnano: la miglior palestra per gli abbinamenti dei vini sono i formaggi.

Con cosa degustare, dunque, un Parmigiano Reggiano di alta qualità?

Tutto dipende dall’età del formaggio:

  • per un Parmigiano tra i 12 e i 16 mesi di stagionatura meglio scegliere un Trento Classico, Franciacorta o Prosecco extra dry, tutte alternative eccellenti. Preferisci i classici della regione Emilia Romagna? Sperimenta allora il Sangiovese di Romagna oppure il Lambrusco;
  • Se il Parmigiano ha circa 24 mesi di stagionatura Gutturnio, Chianti, Sangiovese e Barbaresco sono i rossi migliori. Tra i bianchi invece, vincono Malvasia dell’Emilia, Franciacorta e Moscato giallo;
  • Se la stagionatura è oltre i 30 mesi serve un vino strutturato, morbido e che non si faccia schiacciare dalle note intense del formaggio: Barolo, Taurasi, Barbera e Rosso di Montalcino sono in pole position.

Vivi lontano dall’Emilia Romagna, o hai una cena in cui vuoi proporre Parmigiano Reggiano e un abbinamento di vino a breve? Visita questo sito per utili suggerimenti!

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