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CERCASI VOLONTARI PER SALVARE GLI ANFIBI CHE MIGRANO

Dalla notte dei tempi, tutti gli anni, con i primi tepori che annunciano l’imminente primavera, gli anfibi si destano dal letargo e a decine di migliaia partono in massa verso i luoghi di riproduzione. Nelle migrazioni verso i corsi d’acqua per la deposizione delle uova, gli animali percorrono spesso molti chilometri e sono costretti ad attraversare più volte le strade. Moltissimi anfibi vengono investiti dalle automobili e muoiono in modo terribile. Il rospo comune (Bufo bufo) è la specie più colpita dal traffico. Dato che intere popolazioni di rospi comuni si mettono in moto in contemporanea e che questi animali camminano lentamente (occorrono loro anche una decina di minuti per attraversare una strada), possono verificarsi dei veri e propri «massacri», con la conseguente estinzione di intere popolazioni locali.

In realtà gli anfibi sono dovunque minacciati d’estinzione a causa della distruzione e sottrazione dell’habitat e dell’inquinamento. Pagano il prezzo salatissimo di essere piccoli animali e, poiché prevalentemente notturni, cioè “invisibili”, la loro esistenza è quasi totalmente ignota con la conseguenza che si tende a sottovalutare il grande valore dalla loro presenza nell’ambiente. Ricordiamo che questi “animaletti”, cibandosi d’insetti e quindi preziosissimi per l’agricoltura, sono anche importantissimi bio-indicatori dello stato di salute dell’ambiente ed è in quest’ottica che dovrebbero essere salvaguardati.

In provincia la loro presenza riguarda diverse aree del Montello e dei Laghi di Revine entrambe sottoposte a vincolo UE poiché designate come S.I.C. (Sito d’Importanza Comunitaria) e per tale motivo, vista anche la recente modifica dell’Art. 9 della Costituzione, la salvaguardia ambientale dovrebbe essere una priorità assoluta anziché il nulla (1).

Su tale colpevole disinteresse è doveroso far presente alle ns. Istituzioni come e quanto siano indietro di almeno trent’anni su tale tema rispetto ai loro colleghi d’oltralpe attivamente impegnati in notevoli operazioni di salvaguardia con la preziosa collaborazione di associazioni ambientaliste, tecnici e Università (ad esempio in Carinzia https://www.amphibienschutz.at/de/startseite/) o in Stiria, vedi puntata di “Indovina chi viene a Cena” in onda su Rai3 lo scorso settembre https://www.raiplay.it/video/2022/09/Indovina-chi-viene-a-cena-Un-polpo-al-cuore-3ab38d32-6825-4594-81b3-4420928be375.html dal minuto 41..

Ciò è ancor più grave se consideriamo che, a febbraio 2010, è stato siglato il protocollo per l’istituzione del parco naturale regionale denominato “Laghi di Revine Lago e Tarzo”. Tuttavia, a oggi i due Comuni hanno adottato solo il Piano ambientale, per tutto il resto è indispensabile la nascita dell’Ente di gestione che, a distanza di oltre un decennio, non si è ancora costituito. Sarebbero da realizzare delle barriere e dei sottopassaggi per mettere in sicurezza gli anfibi (cosa che nel resto d’Europa è in essere da decenni) ma, la mancanza dell’Ente di Gestione pesa anche dal lato economico poiché non ha la possibilità di accedere ai fondi dei progetti Life dell’Unione Europea visto che il parco è un sito della “Rete Natura 2000” e tutelato a livello comunitario in base alle direttive “Habitat e Uccelli”.

Il salvataggio degli anfibi in provincia, è iniziato nel lontano 2003 – questo è il ventunesimo anno – e, nella nostra zona, attorno ai Laghi di Revine, si sono salvati oltre 300mila esemplari. L’operazione da compiere è semplicissima, basta percorrere la carreggiata e raccoglierli prima che raggiungano la strada, riporli in un secchio e poi liberarli al lato opposto della strada. Il periodo del salvataggio, a seconda del meteo, inizia all’incirca a metà/fine febbraio e si protrae per circa 3-4 settimane.

L’azione, compiuta ogni sera nelle varie zone da qualche decina di volontari, inizia da poco dopo il tramonto e si protrae per un paio d’ore. Gli stessi ricordano, a chi volesse aderire, che il salvataggio si compie su strade anche molto trafficate, con tratti privi d’illuminazione pubblica, in condizioni meteo a volte molto difficili, con forti piogge e visibilità limitata, si consiglia quindi un abbigliamento adeguato al clima e soprattutto ad alta visibilità. Va sottolineato che ciascun partecipante si rende responsabile della propria attività.

Poiché per un ignoto motivo pare che la popolazione locale sia refrattaria a scendere in strada per salvare il loro invidiabile patrimonio naturalistico, anche quest’anno i volontari sono in difficoltà e lanciano un appello di “reclutamento” con la solita richiesta d’aiuto nell’affrontare questa “emergenza ambientale” poiché, per farvi fronte con la necessaria efficacia, i “Rospisti” di sempre sono insufficienti e urgono rinforzi.

Va sottolineato come, salvo rare eccezioni, la quasi totalità dei volontari giunga da fuori comune percorrendo tutte le sere decine di chilometri (2). Visti anche i vani tentativi di coinvolgere le Amministrazioni (3) e Associazioni locali, non resta che appellarsi alla sensibilità e al senso civico dei singoli cittadini disponibili a svolgere azioni concrete di protezione dell’ambiente, affinché si mobilitino per salvare migliaia di preziosissime vite.

L’orario va da subito dopo il tramonto (ora dalle 18.00 alle 18.30) e si prosegue per un paio d’ore. (Per altri dettagli vedi volantini allegati).

Invitiamo chiunque volesse partecipare e condividere con noi questa entusiasmante ed impagabile esperienza (sia per i Laghi di Revine sia per il Montello) di chiamare il 347.5931683 (anche Whatsapp) e sarete contattati.

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