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Famiglie dell’Amarone d’Arte: è marchio valido per l’Autorità Europea. Auspicio di riappacificazione per il bene del territorio e del suo vino principe.

L’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) ha respinto la richiesta di annullamento del marchio europeo “Amarone Families – Famiglie dell’Amarone d’Arte” che il Consorzio aveva proposto. Il Consorzio è stato altresì condannato alla rifusione delle spese.

Lo comunica con nota stampa l’Associazione Le Famiglie dell’Amarone d’Arte che raggruppa 13 marchi storici di Amarone (Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini, Zenato), riconosciuti e premiati a livello internazionale.

Il marchio europeo e il bollino dell’Associazione Le Famiglie dell’Amarone d’Arte sono quindi perfettamente validi e la decisione europea fa cambiare lo scenario”, dichiara la Presidente Maria Sabrina Tedeschi, specificando che “la decisione europea ci dà ragione sull’intera linea difensiva proposta dai nostri legali, sia in campo di marchio sia in campo di “A” preteso come laudativo”.

La Decisione dell’Autorità Europea, infatti, rigetta ogni richiesta del Consorzio sia in merito al presunto uso illegittimo di una denominazione protetta in marchio privato, sia sull’uso del termine Arte, non ritenendolo né laudativo né ingannevole per il consumatore, precisando che il termine “d’Arte” richiama unicamente il fatto che Le Famiglie dell’Amarone d’Arte seguano modalità e tecniche considerate corrette.

Il provvedimento emesso in sede Europea e relativo al marchio riconosciuto a livello Europeo è totalmente opposto e antecedente di quattro mesi a quello del Tribunale di Venezia, che peraltro si riferisce al solo marchio Italiano. Due decisioni in netta opposizione relative a un marchio di contenuto identico, ma a questo proposito è utile ricordare che il sistema di tutela relativo alla protezione delle Denominazioni di Origine e delle Indicazioni Geografiche è basato interamente su una normativa europea che prevale sulla legislazione nazionale del paese membro.

In merito al contenuto delle decisioni sopra ricordate (e fatta salva l’impugnazione della sentenza veneziana per ottenere il coordinamento alla pronuncia europea) – commenta la Presidente – stiamo tentando di percorrere con il Consorzio una strada verso il dialogo e la mediazione. Questo per il bene di tutto il territorio: il contrasto, da noi subito, ha fatto male all’intero territorio, distogliendo l’attenzione alla risoluzione delle vere criticità della Denominazione.”

Si augura di trovare nel Consorzio della Valpolicella, che opera “erga omnes“, la volontà di coinvolgere le differenti anime che, nel rispetto del disciplinare, si impegnano per produrre e valorizzare nel mondo l’Amarone, che deve rimanere una delle eccellenze più rappresentative del nostro Paese.

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La scrittura è una malattia, che cura da vent’anni con tutto il giornalismo possibile: ha lavorato per due quotidiani, una televisione e mezza dozzina di riviste, guidato da direttore responsabile magazine e siti internet. Autore di un libro storico sul secondo dopoguerra e di un romanzo di narrativa, ama firmare reportage di viaggio ed è membro del Gruppo italiano stampa turistica. Si emoziona per un calice di Prosecco o per una alchimia di gusti nel piatto. Runner per passione, ha vissuto più maratone di quanto potesse sognare ma trova quiete solo correndo tra i monti e nelle note della moonlight sonata di Beethoven. Vive con Ketra, tre gatti e un cane zoppo. È il direttore di Storie di Eccellenza.

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