La sfida ai fornelli vinta dal buon gusto a tavola e dall’attenzione al territorio. L’assessore regionale Elena Donazzan ha consegnato i diplomi: “Frutto di un lavoro proficuo”
7 febbraio 2024. E quasi tutta rosa la brigata di cucina del kmzero che oggi sui Colli Euganei ha conquistato la giacca e il diploma di “cuoco contadino”. Una rappresentanza che testimonia quel 33% degli agriturismi in Veneto a conduzione prettamente femminile.
Una ventina di operatori agrituristici si sono sfidati ai fornelli nella preparazione di un menù dedicato alla tradizione rurale e davanti ad una giuria di esperti hanno narrato storia e preparazione dei piatti valorizzando l’origine e gli ingredienti acquistati direttamente dai produttori di Campagna Amica
L’esperienza maturata in azienda e perfezionata con una formazione sul campo sotto la guida di docenti che per quasi centrotrenta ore hanno animato lezioni teorico pratiche del corso, realizzato da Impresa Verde Padova e Vicenza con fondi dell’Unione Europea e della Regione Veneto. A sottolineare l’importanza dell’istruzione e della cultura degli ambasciatori della “old cousine” l’Assessore regionale di competenza Elena Donazzan che ha testimoniato l’intraprendenza di Coldiretti Veneto pioniera di progetti d’avanguardia diventati poi nazionali, come appunto la scuola degli “agrichef” ora vera e propria Accademia presieduta da Diego Scaramuzza presidente regionale di Terranostra. “Un percorso proficuo – ha detto Donazzan – frutto dell’impegno della squadra di funzionari pubblici visionari ma soprattutto di una associazione di categoria che ha fatto valere le intuizioni in progettualità concrete e giuridicamente rilevanti, come il chilometro zero apri pista di un modello economico ormai conosciuto da tutti in ‘filiera corta’”.
Tra i giurati anche il direttore di Coldiretti Padova Giovanni Roncalli e il collega di Vicenza Simone Ciampoli, insieme a giornalisti dell’agroalimentare, dirigenti istituzionali, come Nuccio Romano direttore area capitale umano della Regione del Veneto, Augusto Pivanti direttore del centro formazione di Coldiretti, Attilio Saggiorato di Slow Food
La sfida è cominciata dall’antipasto; la sezione vicentina ha proposto il piatto de la “bona siera” con l’esaltazione delle verdure dimenticate, il gruppo padovano ha reagito con la gallina padovana servita con radicchio di Maserà in saor. La gara è continuata con i primi, i colorati gnocchi di patate ai sapori d’inverno ispirati all’Altopiano di Asiago contro il risotto di vialone nano ai broccoli con formaggio d’allevo e nocciole del territorio patavino. Trionfo della campagna e dei sapori di corte per il secondo preparato da vicentini, “sua maestà” la faraona in brodo e le sue carni accompagnata da riduzione di cornolaro e ortaggi di stagione. Gran finale con giurati “atterrati” dal dessert dei padovani: pera cotta nel vino con crema alla ricotta di bufala profumata all’arancia e bagigi del polesine pralinati.
Su tutto gli abbinamenti con i rossi e i bianchi della cantina dell’Agriturismo “Bacco&Arianna” di Vò ad indirizzo produttivo biologico, che ha ospitato la competizione, con dulcis in fundo il Moscato Fior d’Arancio per il brindisi finale, raccontati da Emanuele Calaon, presidente di Terranostra Padova.
Arduo il lavoro dei giurati che hanno apprezzato il particolare menù condito dai racconti dei cuochi contadini. Ne è uscita una classifica corta, con una minima differenza di voti. Per la cronaca sul podio salgono, al primo posto la degustazione di gnocchi, al secondo l’antipasto di gallina padovana e al terzo il piatto di “bona siera”. Diego Scaramuzza si è complimentato con i neo diplomati cuochi contadini sottolineando “l’ottimo lavoro di squadra nel quale è uscita molte volte la parola amicizia. Ottimi tutti i piatti, legati al territorio e al patrimonio di tradizioni e ricordi del mondo contadino. La battaglia di Coldiretti continua, per garantire dignità e giusto reddito agli agricoltori italiani – chiude Scaramuzza presidente regionale degli agriturismi di Terranostra – ed è strategica per tutelare un settore come il turismo il cui successo è trainato dal Made in Italy espressione della qualità delle produzioni che nascono nelle campagne e negli allevamenti condotti dagli agricoltori”.