A giorni Maeli presenterà un nuovo vino audace e maliardo, scegliendo la ricorrenza di San Valentino per dipingere di rosa le attese di clienti e winelover.
Dilante non è solo un ossimoro cromatico tra Corbina Nera e Marzemina Bianca, due varietà autoctone ormai scomparse del distretto Euganeo e recuperate grazie ad un progetto di valorizzazione del territorio di cui Maeli si fa interprete entusiasta, ma ne è l’ardito connubio. Da sempre attenta sostenitrice del recupero, dello sviluppo e della promozione del Moscato Giallo in tutte le sue declinazioni, Maeli questa volta ha infatti deciso di alzare ulteriormente il tiro, concentrandosi per la prima volta su un vino rosato. Siamo comunque nel territorio del Colli Euganei, area di origine vulcanica e patria di vini con caratteristiche ben peculiari e oggi molto apprezzati.
Dilante è un rosé che nasce da vigne che hanno fino a 50 anni e che affondano le loro radici sulla scaglia rossa di trachite vulcanica del Colle Gemola a Baone, nei pressi della cantina. E’ un vero vino vulcanico. Imbottigliato con i propri lieviti e rifermentato in bottiglia secondo il metodo ancestrale, questo vino vivace e brillante è stato allevato da Elisa Dilavanzo e dalle donne di casa Maeli come un bambino, in una sorta di nursery appositamente allestita per il monitoraggio costante e appassionato della sua fermentazione.
Dilante è tagliente, lo suggerisce il nome stesso, sfida il palato con un approccio aspro ma poi lo accarezza con petali di rosa al naso e lo delizia con bacche rosse selvatiche e melograno in bocca, di ritorno al primo sorso, il tutto su uno sfondo lievemente amaricante di pompelmo rosa. La scia, sapida e salina, è un fedele tributo al territorio e invoglia alla beva: questo è un vino che intriga ma si concede al punto giusto, tenace e misterioso come il suo terroir.