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Si presentano i nuovi libri dell’artista bosniaco Safet Zec

La Prof. dr. Aida Abadžić Hodžić, autrice del saggio introduttivo al volume, presenta Atelier e Pascal Bonafoux la Guida anacronistica di Venezia in presenza dell’artista e degli editori. Interviene fr. Lino Breda.

La presentazione –  aperta a tutti fino ad esaurimento dei posti – è aperta dai saluti di Enrico Mazzocco, direttore Hotel Monaco e di Marco Vidal, ceo The Merchant of Venice

Al termine della presentazione sarà proiettato in anteprima un estratto di 10 minuti dal film documentario su Safet Zec “The Masters’ Path”, diretto da Gorčin Zec, la cui première sarà a Sarajevo Film Festival, 16-23 agosto 2024.

I volumi:

Safet Zec. Atelier

Qupé éditions, 2024

Con un saggio di Prof. dr. Aida Abadžić Hodžić

testo francese, inglese e italiano e duecento immagini tra opere e fotografie di Safet Zec nel suo studio a Venezia

Sulle altre pareti dello studio veneziano, sono appese opere più vecchie: dipinti di chiome di alberi, barche, facciate di case, persone in preghiera… Ogni tanto Safet passa e aggiunge qualche pennellata. Come se conversasse con loro. Sulla parete centrale, grande, formati alti vari metri, altri dipinti sui quali lavora – scrive Aida Abadžić Hodžić nel suo saggio intitolato “Gli atelier” di Safet Zec. Aida Abadžić Hodžić, storico e critico d’arte di Sarajevo con cattedra all’Università di Sarajevo, ha seguito l’artista da molti anni con i suoi saggi e ora ci aiuta a entrare e ricostruire gli spazi di Safet Zec, toccarne l’essenza, trovare il fil rouge che li unisce… Il primo studio a Belgrado negli anni Settanta, l’innamoramento per Počitelj, i ritorni a Sarajevo, i nuovi inizi a Udine e la decisione di stabilirsi a Venezia nel 1998. L’iconografia per il libro è selezionata da un vastissimo archivio di fotografie dello studio di Safet Zec a San Francesco della Vigna a Venezia, spazio dove ha lavorato per un lungo periodo, dal 2006 al 2023. Lo studio a Venezia è il traguardo romantico di un pittore maturo. Nello studio veneziano la pittura di Safet ha raggiunto la potenza universale del linguaggio artistico – scrive ancora Aida Abadžić Hodžić. Il libro raccoglie le fotografie dell’artista nel suo quotidiano, delle opere nei diversi stadi di creazione e le riproduzioni di opere terminate. Sono riprodotte, per la prima volta in un libro, quattro opere recenti di grandi dimensioni: la pala d’altare per il Duomo di Treviso (2019) e le tre opere per la chiesa di San Teonisto (2023) della Fondazione Benetton Studi Ricerche, sempre a Treviso. Oltre le fotografie dall’archivio di Safet Zec, scatti realizzati da lui o dai figli, nel libro sono naturalmente presenti anche opere di fotografi che hanno conosciuto l’artista, ritraendo in particolare lo studio alla Vigna e le opere presenti: Francesco Allegretto, Marc De Tollenaere, Velija Hasanbegović, Veronica Mecchia… Non poteva mancare nel libro la testimonianza della partecipazione di Safet Zec alla 60° Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia. All’interno del bellissimo Padiglione Venezia sono allestiti dieci dipinti recenti dai cicli «Preghiera», «Abbracci» e «Exodus», un grande telero «Madre con bambino» (finito di dipingere sul posto) e un atelier, ricostruito dall’artista in uno degli spazi con altre venticinque opere esposte. Safet Zec al Padiglione Venezia è l’occasione tanto attesa per l’uscita del libro Atelier.

Il libro Safet Zec. Atelier è un progetto editoriale di Hana Zec e Federico Fazzi, editori e fondatori di Qupé éditions, casa editrice con sede a Parigi. Atelier è il decimo libro dell’artista Safet Zec pubblicato da Qupé.

Pascal Bonafoux e Safet Zec, Guida anacronistica per tutti coloro che accettano di perdersi

Qupé éditions, 2024

Scritto da Pascal Bonafoux con trentasei opere di Safet Zec

La Guida anacronistica di Venezia è il primo libro tradotto in italiano. Disponibile anche in lingua francese

Nessuno sguardo può afferrare completamente Venezia, scrive Héctor Bianciotti in una delle molte citazioni disseminate in questo libro. Ma allora come affrontare la città che più di tutte rischia “di cadere di luogo comune in luogo comune”? La soluzione c’è: perdendosi. In questa singolare Guida, Pascal Bonafoux rinuncia a ogni ambizione di catalogare, organizzare, sistematizzare le infinite identità di Venezia e sceglie invece di abbandonarsi a esse – o quasi. A guidare Bonafoux, infatti, sono le molteplici tracce che Venezia ha lasciato nell’arte e nella letteratura: Proust, De Musset, Rilke, Chateaubriand, Gautier, Casanova… così, passo dopo passo, l’autore compone una sorta di antologia veneziana caotica e imprevedibile, anacronistica come la città e insieme utile per coglierne le rifrazioni che dal passato arrivano fino a noi. Ma non è fatta solo di lettere la Venezia di questo libro. Le pitture e i disegni di Safet Zec, amico e compagno di strada dell’autore, riflettono un intento parallelo: scoprire Venezia un dettaglio alla volta, lasciando perdere il quadro generale e accettando di smarrirsi in un’infinità di particolari, soggetti in apparenza trascurabili e invece proprio per questo rivelatori. Perché solo chi si perde può vedere davvero – ed è questo, forse, che Venezia ha ancora da insegnarci

L’artista

Safet Zec Pittore e incisore, è nato nel 1943 a Rogatica, in Bosnia ed Erzegovina. Considerato uno degli artisti figurativi più importanti in Europa. Diplomato alla Scuola superiore di arti applicate di Sarajevo e all’Accademia di arti figurative di Belgrado. All’inizio della guerra in Bosnia ed Erzegovina si trasferisce in Italia, è dal 1998 che ha lo studio a Venezia. Oggi vive e lavora tra Sarajevo, Počitelj e Venezia. Libri e cataloghi dell’artista pubblicati da Qupé éditions: Guida Anacronistica di Venezia, Abbracci/Embraces, Exodus, Carnets, La peinture et la vie, In viaggio con Safet Zec, Ceramolle, Deposizione, monografia Safet Zec.

Aida Abadžić Hodžić è una storica e critica d’arte. È professoressa di storia dell’arte pressola Facoltà di Filosofia di Sarajevo. Ha fondato e diretto la prima rivista bosniaca nel campo delle arti visive contemporanee, della critica d’arte e della teoria, Vizura. È autrice di importanti monografie d’arte e di numerosi progetti espositivi nel Paese e all’estero, tra gli altri al Palais UNESCO di Parigi, al Museo Correr di Venezia , al Museo Pera di Istanbul, al Padiglione d’Arte di Zagabria.

Lino Breda, monaco e biblista, è stato allievo degli storici dell’arte Rodolfo Pallucchini e Alessandro Ballarin. Laureato in Farmacia a Padova e poi diplomato in Scienze Bibliche e Orientali a Gerusalemme, è esperto di ecumenismo e di spiritualità ortodossa.

Pascal Bonafoux, scrittore, critico e storico dell’arte, ha curato diverse mostre d’arte moderna e contemporanea in tutto il mondo. Professore emerito di storia dell’arte, è autore di numerosi studi dedicati principalmente all’autoritratto nella pittura occidentale. Tra le mostre da lui curate spicca «Moi! Autoritratti del XX secolo» tenutasi prima al Musée du Luxembourg a Parigi e alla Galleria degli Uffizi a Firenze poi. Libri dell’autore pubblicati da Qupé éditions: Déclaration d’amour à la peinture, Trajectoire incalculable – dictionnaire des métaphores par Victor Hugo, Carnets de Safet Zec, monografia Safet Zec.

Bottega Cini si trova a San Vio di fronte a Palazzo Cini a Venezia. È un concept store nato nel 2020 dalla comune volontà di Fondazione Archivio Vittorio Cini e di The Merchant of Venice di promuovere la secolare tradizione veneziana della produzione artigianale e del commercio di raffinati beni artistici e di consumo e di servizi di alta qualità (dal libro al vetro, al profumo, all’oggettistica, al merchandising). Oggi Bottega Cini è la casa dell’eccellenza veneziana nell’artigianato, ma è anche una galleria d’arte che ospita in forma stabile l’artista Safet Zec.

Nel suo spazio commerciale unisce l’arte profumatoria veneziana di The Merchant of Venice ad altre eccellenze del territorio, come l’impiraressa Marisa Convento, artigiana residente, le vetrerie NasonMoretti, case editrici selezionate, l’antica cartiera artigiana Toscolano 1381, le serigrafie di Gianpaolo Fallani, le candele fatte a mano Eat&Run, le preziose borse in seta di Bevilacqua.

Hotel Monaco & Grand Canal, sito in una delle posizioni più eccezionali di Venezia, dove il Canal Grande si affaccia sul bacino di San Marco, comprende vari edifici tra cui Palazzo Dandolo, al cui interno si trovano le Sale del Ridotto. Queste sale, immortalate nel celebre dipinto “Il Ridotto” di Francesco Guardi (1745-1750) oggi conservato a Ca’ Rezzonico, hanno ricoperto un ruolo importante nella storia della Serenissima. Da sede dell’ambasciata di Francia nel Cinquecento, esse ospitarono nel Settecento una casa da gioco gestita direttamente dallo Stato e aperta a tutti (“publico ridotto”) e, avendo acquisito una notevole fama, divennero tappa obbligata per i viaggiatori del Grand Tour. La casa da gioco, chiusa per ragioni d’ordine pubblico nel 1774, fu adibita in seguito a teatro ed è divenuta in tempi recenti parte del complesso alberghiero Hotel Monaco & Grand Canal.

Oggi, dopo interventi di restauro condotti nel massimo rispetto per preservare e conservare l’autenticità dei locali, gli spazi accolgono una sala polifunzionale interamente affrescata, attorniata da ulteriori otto sale di minor ampiezza, che ben si prestano ad accogliere ogni tipo di evento aziendale, da un incentive ad una convention, da una sfilata di moda ad un’esposizione o un workshop.

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