PR & Influencer

“La Vita: Manuale D’istruzioni o Distruzioni”. Intervista a Claudia Gentile tra fede e gratitudine

All’incrocio tra la narrativa e il racconto cosmico, “La Vita: Manuale D’istruzioni o Distruzioni” è l’opera prima di Claudia Gentile che sfida i limiti della scrittura tradizionale, portando la sperimentazione linguistica e narratologica alle sue più sorprendenti conseguenze. L’andamento del testo, che alterna visioni mutuate dalla metafisica occidentale, passaggi che si avvicinano al registro della saggistica e dialoghi accostabili al flusso di coscienza della letteratura inglese del primo ‘900, non si traduce però mai in un mero esercizio di stile, mirando invece a costruire un libro capace di generare riflessioni profonde, in grado di produrre modificazioni essenziali tanto nelle condotte di vita quanto nella costituzione della propria coscienza. Un viaggio spirituale e mentale, una metafisica incarnata radicalmente quotidiana, un manuale che esce dai canoni della produzione testuale attualmente dominante: chi sfoglia questo libro non incontra soltanto l’occasione di una buona lettura, ma anche e soprattutto una radicale messa in discussione del proprio Sé. Farne buon uso è responsabilità allora di ogni lettrice e di ogni lettore.

Come è nata l’idea del libro? 

Per gioco…… quando un amico mi ha chiesto di leggergli uno dei capitoli che avevo scritto. Voleva essere un diario personale di racconti fantastici.  Ma tutte le persone intorno a me mi domandavano cosa scrivessi essedo una giurista ed una imprenditrice. Ho spiegato che stavo scrivendo dei racconti di fantasia meditativa e che sentivo il bisogno di esternare tutte le cose che stavo sentendo nel cuore; quando ne avevo scritti solo 9 capitoli il mio amico mi chiese di leggerne uno. Gli dissi “facciamo un gioco scegli un numero”. Ed ecco perché il libro si apre con ..”facciamo un gioco”! Scelse il capitolo e alla fine del racconto è rimasto stupito chiedendomi se lo avessi scritto ispirandomi a lui perché in quel periodo della sua vita si sentiva così. Gli spiegai che non era ispirato a lui ma a tutte le persone che avevo incontrato ma non a lui perché non lo conoscevo così bene. La singolare coincidenza, di cui non ero assolutamente a conoscenza risiedeva nel fatto che il racconto terminava con una fenice infuocata e sul suo avanbraccio interno lui stesso aveva un tatuaggio gigante con una fenice, che non avevo mai visto prima di quel giorno. Alla fine sia lui che altri miei amici al quale ho fatto il gioco mi hanno invitata a pubblicarlo e da lì arrivavano tutte le persone che mi hanno aiutata a realizzarlo e che sono nelle prime pagine del libro tra i ringraziamenti…4 pagine di ringraziamenti. 

Quale messaggio principale si desidera trasmettere ai lettori? 

Direi che sono diversi messaggi ma il primo tra tutti che per ritrovare sé stessi veramente dobbiamo rompere gli schemi, e procedere con quella che chiamo la legge del contrario affinché la mente, il corpo e lo spirito siano nuovamente allineati per poi consentire a ciò che è fuori di essere in sintonia con il proprio nuovo essere. Il secondo messaggio attiene a quel principio che è sulla bocca di tanti ma non nei cuori di pochi veramente…e che quindi non sortisce un effetto dirompente e cioè “l’unione fa la forza”. Sia a livello contenutistico che a livello formale ho unito più realtà. A livello artistico ci sono 5 artisti che concorrono nell’opera letteraria e in quella artistica figurativa creando una unica opera artistica con una energia propria. La seconda a livello formale vede presenti due case editrici che hanno sposato questo concetto dell’unione che fa la forza, oltre a tutte le società come Velvet e come Sellmaster che hanno curato attraverso le loro professionalità, l’ambito di applicazione dei settori di riferimento, credendo nel progetto.  Anche qui una “connessione ed una fusione” atte a creare una unica energia sinergica. Forma e sostanza in una fusione sinergica. 

In che modo il concetto della legge del contrario si intreccia con la trama del libro e con la visione della vita? 

Facciamo subito un esempio pratico.  Nella trasmissione radiofonica A caccia di Talenti ho portato proprio il capitolo 9 I talenti. La protagonista è una bambina di 7 anni che si scoprirà alla fine essere in realtà una donna sposata madre di tre figli che aveva smarrito la consapevolezza del suo talento e ha bisogno attraverso questo sogno di tornare bambina quindi andare al contrario. Tornare bambina da adulta e andare a riscoprire il perché la vita l’ha appesantita e le ha fatto dimenticare chi è veramente e il suo talento; quel dono che ognuno di noi ha ricevuto con il dono vita. E ancora come può aiutare i propri figli a potenziare i loro talenti se ha smarrito il suo, se non vede più il suo come può vedere quello davanti a lei?! Ecco la legge del contrario tornare indietro per andare avanti. 

L’importanza per fermarsi per ritrovare sé stessi è un tema ricorrente. Può essere illustrato un momento particolare della vita in cui questo principio è stato applicato? 

Tutte le volte che siamo veramente noi stessi senza maschere, in quel momento tutti i principi e non solo questi vengono attuati. Spesso ci sentiamo quasi in dovere di proteggere noi stessi da cose o persone che in verità non dovrebbero esistere. Condizionando così non solo noi stessi ma anche l’intera esistenza e le scelte che in conseguenza scegliamo e quindi inevitabilmente anche tutti quelli intorno a noi creando una realtà assolutamente falsata. La vita ci manifesta continuamente l’opportunità di fare quel salto e di rompere schemi e preconcetti, sta a noi coglierne l’opportunità. Sia essa una morte di una persona cara, un tradimento, una ferita di qualsivoglia natura. Sono tutte meravigliose opportunità per attuare il ritrovamento di noi stessi. O ti arrendi subito oppure lo comprenderai con l’ultimo respiro e ci si accorgerà di non aver vissuto veramente il dono della propria esistenza ….vita. 

Qual è il ruolo della fede e come influisce sulla scrittura e creatività? 

Determinante! Nella mia esperienza e nel meraviglioso confronto che ho costantemente con i meravigliosi “mondaroli” , come amava chiamarci il mio Padre Spirituale, ho potuto oggi constatare che la Fede è il vero sale della vita. La Fede per me è una delle meravigliose facce dell’amore. Amo paragonare l’amore ad un diamante grezzo. Nel suo involucro esteriore che si presenta quasi privo di valore risiede il concetto di amore della terraMatrix ma al suo interno risiede quel diamante unico e raro che è l’amore puro, ma è la Fede stessa a condurti ad Esso. La Fede così come la fiducia non può esistere se non è sottesa ad una relazione, come un ponte che collega e connette. Ma esiste una sola Fede per me, quella che ti fa sentire e solo dopo credere, che esista “Una sola via, una sola fede e una sola verità”. La Fede è quella presenza viva dentro di te che ti fa chiudere ogni cerchio, che ti fa scoprire la Verità unica e non soggettiva di ogni cosa a seconda della purezza del proprio cuore. “Non tutti quelli che dicono Signore, Signore entreranno…..” 

E per questo motivo che la scrittura, la creatività che sia musica, poesia, scultura e molto altro e qualsiasi altra cosa sono semplicemente la proiezione di qualcosa che vive dentro al soggetto che la esterna e saranno sicuramente diverse ma convergerà in un solo centro se la frequenza è la stessa e animata dalla Fede stessa. 

Com’è stato il passaggio da imprenditrice a scrittrice? 

Meraviglioso. Ho avuto la sensazione di portare un cappotto pesantissimo con sulle spalle e uno di quegli zaini da campeggio ma riempito con sassi pesantissimi per lo più neanche tutti miei e di tuffarmi in mare aperto. Denudarmi di tutto è stato liberatorio una sensazione mai provata e allo stesso tempo alleggerire anche tutto il mio interno. Ancora oggi sono una imprenditrice ma non ho più né cappotti e tantomeno zaini con sassi non miei. Scelgo con chi lavorare e con chi relazionarmi e i rami secchi ormai si sono tagliati da soli. Con questo non pregiudico l’accogliere chiunque arrivi nella mia vita ma scelgo con chi proseguire nel mio viaggio perché ci sono viaggiatori che hanno bisogno di seguire altre vie diverse dalle mie quindi ci salutiamo ma non è detto che non ci rincontreremo…da vivi magari! 

Quali sono state le maggiori sfide e soddisfazioni incontrate lungo il percorso? 

Non vi è più distinzione per me ma semplice fusione tra entrambe, sfide e soddisfazioni. Ma sempre dalle sfide bisogna partire quindi le sfide più difficili? Osservare, non aver paura di scendere dentro di me, perdonarmi e infine accettare le situazioni e trovare in esse delle grandissime opportunità che poi ho benedetto e ringraziato. Il tutto rimanendo con un cuore aperto e limpido. Accettare le situazioni non vuol dire rassegnarsi ad esse. Vuol dire avere il coraggio, la determinazione e la forza per sprigionare quell’amore puro che abita in ognuno di noi, sin dalla nascita, per concedere la libertà a chiunque di fare le proprie scelte di vita senza nutrire aspettative, che potrebbero imprigionarlo senza permettergli di scoprirsi veramente fino in fondo e allo stesso tempo nutrire dentro di noi falsi idoli fuorvianti per la nostra crescita interiore.  Quelle più recenti, nella quale la mia legge del contrario mi ha fornito i “remi” più vigorosi, sono stati proprio in due ambiti quello sentimentale e lavorativo, di conseguenza questa nuova trasformazione ha inevitabilmente fatto diventare queste sfide in meravigliose opportunità e quindi soddisfazioni. 

La gratitudine è un tema spesso menzionato. Come viene praticata la gratitudine nella vita quotidiana? 

Stando continuamente in mezzo alla gente mi sono resa conto che tutti pratichiamo due tipi di gratitudine quella esteriore che si è formata nel comun vivere sociale che ti fa dire “Grazie” per qualsiasi gesto nel quale il galateo ci impone la sua applicazione, quale mero atto formale oppure quella che ti fa dire lo stesso “Grazie” non solo con la bocca ma con una energia differente, con una spinta che viene dal cuore e che la rende la preghiera più bella del mondo, oltre ad un grande dono per chi ringrazia e per chi lo riceve e allo stesso tempo ha una musicalità diversa per le orecchie e nel cuore di chi la riceve. Se è sentita veramente dall’interno è riempitiva per entrambi. 

In che modo questa pratica della gratitudine nel quotidiano ha influenzato la carriera e il successo personale? 

In ogni respiro sin dal mattino appeno apro gli occhi…ringrazio per il nuovo giorno che ho di vivere questa incredibile e meravigliosa vita con tutte le difficoltà che sono come il perimetro di ciò che di incredibile vi è al suo interno, da scoprire fino alla fine. Quella gratitudine che parte dal cuore sincero genera gioia per chi la dona e per chi la riceve e tutto il resto fiorisce da sé in qualsiasi ambito. Mi influenza continuamente quando la dono come se sentissi quell’albero d’amore crescere dentro. Per me il vero ed unico successo è quello di quando mi guardo allo specchio al mattino e mi dico…Claudia ce l’hai fatta! …..nessun compromesso, nessuna rinuncia della vera te, nessuna paura, solo consapevolezza e tanta voglia di vivere qualsiasi cosa con cuore aperto. 

In che modo il background e le esperienze personali hanno influenzato i temi e i personaggi del tuo libro?  

I veri protagonisti del libro sono le persone che ho incontrato nel mondo con i quali ho percorso un tratto di strada vita più o meno lungo o anche solo pochi minuti ma che mi hanno lasciato qualcosa di loro; una gioia, uno spunto di riflessione, un dolore e molto altro. Sicuramente in ogni opera che un artista crea, risiede il proprio essere composto da tutto esperienze, sogni, visioni…insomma tutto. Anche per questo nell’opera La Vita Manuale D(‘/i)struzione sono presenti 5 artisti con i loro talenti e il loro “essere” al completo di tutto……grazie! 

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *