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La favola Chievo ricomincia dalla terza categoria grazie alla bandiera Pellissier

Si era parlato, a ragione di favola già quando arrivò alla serie B. Di miracolo quando approdò alla serie A, restandoci per numerose stagioni. Poi qualche ombra sulle plusvalenze e una relativa stanchezza della famiglia Campedelli, ha reso Verona orfana dell’altra metà del cielo. Quella in maglia gialla con il musso che volava. A scorrere le quote di 20Bet infatti non si scorge più il Chievo, abbonato allo 0 a 0 ed all’X a fine stagione, con punti difensivi che diventavano salvezze tranquille. La serie B per la squadra del quartiere di Verona che ha fatto tremare in più occasioni la ben più blasonata Hellas Verona (uno scudetto addirittura nel palmares), non c’è più.

Ripartirà dalla terza categoria, ovvero il gradino più basso del cursus honorum calcistico. A guidare la rinascita della squadra che fece simpatia appunto per la sua peculiarità di compagine di quartiere sarà Sergio Pellissier, giocatore simbolo del Chievo dei miracoli. Uno per capirci che con la squadra della seconda squadra di Verona ha giovato in 517 gare ufficiali, segnando 139 goal. 17 anni da calciatore più due da dirigente. Una vita che ora diventa una seconda vita appunto da Presidente, in terza categoria. La serie dei giocatori della domenica, che si allenano due volte la settimana se va bene e che a bordo campo hanno spesso i figli e le mogli. Una dimensione più umana lontana dalle ombre e dall’ultimo bilancio sprofondato da 44 milioni di euro  di debiti. “Non ce la facevo a vedere il Chievo fuori dal mondo del calcio” – ha spiegato Pellissier in numerose interviste – come si fa a mandare in malora tanti anni di storia e di emozioni? Non si poteva e così capitan Pellissier ha chiamato a raccolta i compagni di tante battaglie che da giocatori sono poi diventati cittadini di quel pezzo di Verona che non si riconosce nel tifo, a volte molto esasperato, della sponda gialloblù. C’è da scommettere che quella del Chievo sarà di nuovo una storia di eccellenza e di stile, come lo è stato per un bel pezzo della sua storia, fatti salvi gli ultimi anni dove si era capito che qualcosa era cambiato rispetto alla gestione Campedelli, tanto che fu lo stesso Pellissier ad andarsene da dirigente, dicono, sbattendo la porta in faccia a un mondo che non riconosceva più.

E che ora lo vedrà come padre nobile di un’altra rinascita. Dove arriverà il nuovo Chievo? Non appare improbabile vedere tra qualche anno i “mussi” tornare a volare nel cielo del calcio che conta.

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