Si chiama Migraweb ed è un applicazione web che mette in collegamento diretto la gestione dei migranti in capo alle cooperative sociali che offrono quella che viene chiama accoglienza diffusa sul territorio e l’Amministrazione Pubblica che siano le Prefetture o la aziende sanitarie.
Si è partiti da questa novità tecnologica nella gestione dei dati dei migranti in capo alle 13 cooperative del Consorzio Veneto Insieme per parlare, in uno dei tanti appuntamenti nazionali di Digitalmeet, del binomio digitale e sociale nel convegno organizzato dalla Cooperativa Sociale Gea, che è appunto una delle 13 cooperative del Consorzio Veneto Insieme che a Padova si occupano appunto di accoglienza diffusa dei profughi, quella che ha sviluppato questo strumento digitale di cui oggi usufruiscono tutte le altre.
Una web application inserita a sua volta all’interno del grande progetto europeo Fami sostenuto da relativi fondi e sottotitolato “Persone non numeri” e che come capofila ha la Prefettura di Vicenza e come partner la Prefettura di Padova , ovviamente la Cooperativa Sociale GEA , l’Azienda ULSS 8 Berica, il CPIA di Vicenza e la Prefettura di Treviso. Obiettivo del progetto europeo quello di rafforzare strumenti, competenze, networking per implementare processi di accoglienza efficaci per le persone e sostenibili per il territorio e la comunità.
Al centro dunque sempre la persona, attorno e per la persona, soprattutto quella fragile come possono essere i migranti, una serie di strumenti digitali e innovativi, utili però alla fine per tutto il “sistema”.
Non a caso gli stessi dati sanitari dei migranti, privacy rispettata, possono essere utili agli addetti ai lavori per monitorare lo stato di salute di questi soggetti, le emergenze e la salute pubblica in generale, così come ha spiegato Giampaolo Stopazzolo, Direttore Distretto Ovest-Azienda Ulss 8 Berica-Vicenza.
“In particolare oggi sul versante sanitario – ha spiegato il direttore – gli ambiti di intervento relativi ai migranti su cui lavoriamo in ambito sanitario sono i percorsi di gravidanza, le differenti abitudini alimentari e di igiene e l’utilizzo delle sostanze psicotrope . Certo non siamo ancora arrivati ad avere un fascicolo socio sanitario del migrante ma siamo sulla buona strada”.
E ancora nell’occasione il Prefetto di Padova Renato Franceschelli ha sottolineato la bontà di uno strumento come Migraweb assieme ad altri simili strumenti digitali, per ottimizzare e razionalizzare il sistema, così come per essere trasparenti sulla gestione dei soldi pubblici relativi ai migranti e per vigilare sugli operatori del settore, compito della Pubblica Amministrazione che delega al privato alcuni servizi come in questo caso alle cooperative.
“L’esempio simile – ha spiegato Franceschelli – è quello della gestione privata del singolo agente di polizia tramite un applicazione delle taglie di scarpe e divise . Uno strumento che ha permesso di accorciare i tempi, di sburocratizzare il sistema e nello stesso tempo di monitorare oggetti e spesa pubblica.”
Altro esempio pratico di gestione e scambio dati in tempo reale, sempre relativo alla popolazione straniera del territorio, è quello che Vicenza ha già messo in atto da ormai 10 anni relativo ai ricongiungimenti familiari . La responsabile del Progetto Fami per Vicenza Maria Cristina Spiller ha spiegato come in questo caso esiste uno scambio di informazioni tra Prefettura, Questura, camera di commercio, amministrazioni e Ulss utile anche per confrontare la validità del permesso di soggiorno degli stessi e per programmare eventuali interventi specifici.
Alla tavola rotonda, in video collegamento da Perugia hanno portato anche le loro specificità in materia, in ambito di digitale e di sanità e di sociale anche Emilio Duca, Direttore Generale Azienda Ospedaliera di Perugia, Fabrizio Ruffini, Azienda Ospedaliera di Perugia, Coordinatore Workshop I Big Data e Matteo Brutti, Presidente Servizi Innovativi e Tecnologici Confindustria Umbria .
A chiudere una riflessione sul senso e l’utilità del digitale per il sociale nell’ordine di Giuseppe Felchilcher, Presidente ISB – Immobiliare Sociale Bresciana e di Luca Bassanello, AD SinfoniaLab .
Il primo ha sottolineato l’importanza dell’uso consapevole e con responsabilità dei dati che lo strumento digitale permette di raccogliere e di utilizzare, che come la tecnica ha sempre e comunque bisogno dell’uomo e deve essere finalizzato al benessere dell’uomo stesso; il secondo, sempre a proposito di dati, ha ricordato come gli small data devono essere raccolti per diventare big data. “Il digitale – ha detto Bassanello – ci aiuta proprio a trasformare i dati da small a big, perché riusciamo così a vederli a diversi livelli e non abbiamo bisogno di un luogo fisico ma semplicemente di un pc. Il digitale insomma con un clic migliora e razionalizza processi e tempo, anche nel caso dell’accoglienza diffusa dei profughi, che anche attraverso migraweb diventa una buona accoglienza.”
In apertura di convegno il saluto del “padrone di casa” Gianni Potti, Presidente Fondazione Comunica e la prolusione incentrata sull’umanesimo digitale di Gabriele Ruffatti, già direttore dei centri di competenza Big Data & Analytics e Open Source in Engineering Group.
GEA è una Cooperativa Sociale senza fine di lucro fondata a Padova nel 2004. Il suo obbiettivo è la promozione e la realizzazione dei processi di integrazione e di cittadinanza attiva delle persone, delle famiglie e delle comunità di migranti. Nel corso degli anni si è distinta per i loro numerosi progetti riguardanti l’ambito socio-sanitario, educativo-formativo e nell’area del diritto grazie al prezioso aiuto di professionisti in molteplici discipline e campi del sapere.
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Sono molto contenta per l’applicazione web Migraweb creata in Veneto, ma tengo a sottolineare che nel Lazio e in particolare la Prefettura di Latina aveva già creato e fatto propria una piattaforma di Gestione dell’accoglienza dei migranti sul territorio tramite rilevazione dei migranti con impronta digitale. La piattaforma Immigreer mette in contatto le cooperative del territorio con la Prefettura di Latina tramite circuito chiuso per verificare la presenza o l’allontanamento dei migranti dalla singola cooperativa per monitorare lo spostamento degli ospiti e quindi gestire in modo più oculato i fondi del ministero messi a disposizione delle cooperative. La piattaforma monitora anche le condizioni di salute dei migranti ospitati nonché tutto il corredo a loro disposizione.