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E’ della Valpolicella il primo vino italiano nella top 100 dei vini più premiati al mondo

L’Amarone Mater Riserva 2010 Domìni Veneti di Cantina Valpolicella Negrar risulta essere il primo vino italiano più premiato (42 posto) nel “World Rankings of Wines & Spirits report” 2017 stilato dalla World Association of Wine Writers and Journalists.

L‘Amarone Mater Riserva 2010 Domìni Veneti, il meglio della tipologia prodotto da Cantina Valpolicella Negrar, è il primo vino italiano nella top 100 dei vini più premiati al mondo. “A determinarlo – riporta Wine News, che ne ha dato per primo la notizia in Italia – ” è stato World Association of Wine Writers & Journalists, che ha stilato il World Rankings of Wines & Spirits report 2017 valutando premi e medaglie di oltre 700.900 vini e oltre 80 concorsi e wine show, stilando una classifica dei 100 viniche, nel complesso, hanno raggiunto un punteggio di almeno 125 punti“. Ebbene, il Domini Veneti Amarone della Valpolicella Classico Riserva Mater 2010 è il primo vino italiano a comparire al 42 posto.

Commenta Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar: “L’Amarone Mater è il nostro fiore all’occhiello ed è stato interessante per noi rilevare in un colpo d’occhio quanto sia stata apprezzata nel mondo dagli addetti al settore la Riserva 2010. Ne siamo lieti anche perché l’Amarone è l’eccellenza della Valpolicella, un vino unico che trasmette l’amore e il rispetto del viticoltore per la terra, la tradizione antica dell’appassimento naturale delle uve e la sapienza enologica di una generazione di viticoltori. Per noi, produrlo è un Arte”.

L’Amarone di Madre Natura. Corposo, elegante, con un profumo che ricorda il frutto passito e note dolci e morbide di frutta secca, spezie e tabacco, l’Amarone Mater rappresenta la sintesi tra i talenti di territorio, tradizione e uomo. Prodotto solo in annate particolari, di grande qualità, nei vigneti di Jago, cru tra i più vocati della Valpolicella classica, il  Mater appartiene alla linea Collezione d’Autore. L’eccezionalità di questo Amarone viene evidenziata anche dall’etichetta, disegnata nel 1996 da Milo Manara e, a partire da Mater 2004, dal magico pennino dell’artista scaligero Gianni Burato, che ha scelto di raccontarlo attraverso l’effige di una donna-vitigno radicata nella terra e le cui braccia protese verso il cielo diventano tralci ricchi di grappoli di Corvina, Corvinone e Rondinella, i vitigni dell’Amarone.

 

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La scrittura è una malattia, che cura da vent’anni con tutto il giornalismo possibile: ha lavorato per due quotidiani, una televisione e mezza dozzina di riviste, guidato da direttore responsabile magazine e siti internet. Autore di un libro storico sul secondo dopoguerra e di un romanzo di narrativa, ama firmare reportage di viaggio ed è membro del Gruppo italiano stampa turistica. Si emoziona per un calice di Prosecco o per una alchimia di gusti nel piatto. Runner per passione, ha vissuto più maratone di quanto potesse sognare ma trova quiete solo correndo tra i monti e nelle note della moonlight sonata di Beethoven. Vive con Ketra, tre gatti e un cane zoppo. È il direttore di Storie di Eccellenza.

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