Per gli italiani è sempre più importante il rapporto tra tecnologia e cibo: non a caso l’App Store, lanciando la raccolta “Il Meglio del 2017” con le app più influenti dell’anno, ha segnalato le applicazioni che facilitano la vita di ogni appassionato di buona cucina e che permettono di fare la spesa con un semplice tocco sullo schermo. Tra queste, App store consiglia L’Alveare che dice Sì!, creata dall’omonima startup che unisce tecnologia e agricoltura sostenibile.
A dimostrarlo è anche il numero di utenti italiani che desidera una spesa genuina e a Km0: rispetto al 2016 sono aumentati del 157% e si attestano a 52.000. Gli Alveari che in Italia permettono di vendere e comprare prodotti locali salgono a 161 ed ogni mese sono oltre 6.000 gli ordini che arrivano tramite app mobile o piattaforma (+152% rispetto al 2016) e i produttori registrano un fatturato totale di 1.300.000 euro. A Milano la prima gestrice che riesce a “vivere di Alveare” con un vero e proprio stipendio.
Chi è L’Alveare che dice Sì!
L’Alveare che dice sì! è una startup nata nel 2016 e incubata presso Treatabit, il percorso per le startup digitali dell’Incubatore I3P del Politecnico di Torino. Il progetto ha origine in Francia nel 2011 col nome di “La ruche que dit oui”, e da subito ha ottenuto un enorme successo.
L’Alveare che dice Sì!, attraverso il portale www.alvearechedicesi.it, permette a produttori locali e cittadini di unirsi per sostenere il consumo di prodotti freschi, genuini e a Km0.