Riceviamo e pubblichiamo
LA LEGGENDA DEL RADICCHIO TREVIGIANO
E’ biblicamente noto che durante la permanenza di Adamo e Eva nel paradiso terrestre tutte le cose buone fossero a portata di mano e non costava nessuno sforzo averle. Con il peccato e la conseguente cacciata dall’Eden sorsero delle grosse difficoltà, perchè dovevano procurarsi il cibo con fatica e sudore. All’inizio persisteva in Adamo e Eva un pò di pigrizia e cercavano di nutrirsi mangiando le cose a portata di mano, tra cui i radicchi che erano in origine dolci. Al buon Dio non piaceva questo e mise nei radicchi un pò di amaro, lasciando però tutte le proprietà, perché voleva che ci mettessero un pò di impegno a cercar dell’altro e variassero la loro dieta per esser sani e idonei a popolar la terra. Al radicchio a foglia allungata, che era più facile a strappare, toccò la stessa sorte degli altri. Ma riservò ad esso, se lavorato, di essere nel contempo dolce. L’uomo ci mise un pò di tempo a scoprirlo e questo privilegio fu riservato ai Trevigiani che per il lavoro non sono secondi a nessuno. Una volta lavorato è il più pregiato e ricercato e il radiccho di Treviso diventa il re delle cicorie: reminescenza di Paradiso.
Dino De Lucchi da Levada