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Da Hollywood a Brescia: James Franco cena con la Margherita di “San Ciro”

L’attore superstar James Franco a Brescia per la presentazione del suo ultimo film diretto da Claudio Giovannesi. La sua cena? La pizza dello chef Ciro Di Maio: “Voleva una pizza e gli ho proposto la Margherita: la semplicità vince sempre”

Il Multisala Oz di Brescia ha ospitato un evento speciale: l’arrivo della superstar hollywoodiana James Franco in Italia per presentare il nuovo film Hey Joe”, diretto dal regista Claudio Giovannesi. Il celebre attore, regista e sceneggiatore, noto fra l’altro per la sua candidatura agli Oscar come miglior attore nel film “127 ore”, è il grande protagonista della pellicola che racconta una storia intensa sulle conseguenze della guerra, sul rapporto tra Stati Uniti e Italia attraverso la relazione tra un padre e un figlio.

James Franco, durante la serata, ha trovato il tempo per un momento di relax concedendosi una pizza, ma non una qualsiasi, bensì quella della pizzeria “San Ciro”, situata a pochi passi dal Multisala Oz. L’attore ha optato per una classica pizza Margherita, preparata con maestria dallo chef Ciro Di Maio. “Voleva una pizza semplice e gli ho proposto la Margherita che è la classica che accontenta tutti. La semplicità vince sempre”, ha commentato lo chef.

San Ciro, la pizzeria dei vip. La pizzeria San Ciro è un vero e proprio punto di riferimento per Brescia, non solo per la qualità delle sue pizze, ma anche per l’atmosfera e la passione dello chef Ciro Di Maio. 

Non sorprende che il locale sia frequentato da personaggi illustri e vip, tra cui calciatori del Brescia Calcio, atleti del Germani Brescia, e star del calibro di Eva Henger, che in passato si è cimentata nella preparazione delle pizze sotto la guida di Ciro. Le pareti del ristorante sono piene di fotografie di tutti i vip che hanno fatto visita al locale, confermandone la fama. L’arrivo di James Franco a Brescia ha celebrato così due eccellenze: il cinema e la pizza.

Peraltro, la pizza rende felici. La conferma scientifica è arrivata dalla biologa nutrizionista Jolanda Grillone dell’Osservatorio Malattie Occupazionali e Ambientali dell’Università degli Studi di Salerno in un recente incontro pubblico: “In una Margherita c’è il triptofano, un amminoacido essenziale presente nella mozzarella e nell’impasto», ha spiegato. “Tale sostanza viene utilizzata dal corpo per produrre serotonina, “l’ormone della felicità”, un neurotrasmettitore che contribuisce al benessere e alla felicità”. 

E la Margherita, che quest’anno festeggia i suoi 135 anni, rende ancora più felici. I pomodori sono ricchi di licopene, un potente antiossidante della famiglia dei carotenoidi che conferisce loro il caratteristico colore rosso, quindi apportano ulteriori benefici per la salute. Anche il basilico, utilizzato come condimento, è noto per le sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e digestive.

“Per questo, nel nostro locale abbiamo deciso di battezzare la Margherita come Pizza della Felicità”, conclude chef Ciro. “La dedichiamo a chi, come noi, ha trovato la gioia nella pizza. Io ne ho fatto un lavoro e una motivazione di vita, quando immigrati o persone ai margini mi chiedono di insegnare loro l’arte della pizza lo faccio volentieri. Li aiuto con un lavoro. Ad alcuni dei miei collaboratori ho pagato il volo aereo per tornare dalla famiglia per brevi periodi di vacanza, la pizza è felicità anche per loro. E se poi viene amata dalle star del Cinema l’emozione è ancora maggiore”.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTOSCHEDA SAN CIRO Ciro Di Maio nasce a Frattamaggiore, un comune del Napoletano, nel 1990. Mamma casalinga, papà dal passato burrascoso. Le sue prime esperienze nel lavoro sono a 14 anni, poi si iscrive all’Alberghiero, ma a 18 anni lascia gli studi e inizia a lavorare.  Nel 2015, la svolta: trova un lavoro da pizzaiolo per una grossa catena in Lombardia, poi riesce a rilevare quella pizzeria assieme a sei soci, infine diventa titolare unico. È così che è iniziata l’avventura “San Ciro”, il suo locale a Brescia (vicino al multisala Oz, in via Sorbanella) che oggi impiega una quindicina di persone ed è noto per la veracità delle sue pizze, ma anche per il suo menù alla carta di alta cucina. Un locale amato perché rappresenta la tradizione napoletana, a partire dagli ingredienti: olio dop, mozzarella di bufala campana dop, pomodorino del Piennolo, ricotta di bufala omogeneizzata e porchetta di Ariccia Igp. Fondamentale è la pasta: ogni giorno viene scelto il livello esatto di idratazione, in base all’umidità di giornata. In menù ha la pizza verace, ma anche il battilocchio, la pizza fatta da un impasto fritto nell’olio bollente e subito servito avvolto in carta paglia. Le pizze sono tutte diverse, sono fatte artigianalmente. Ciro lo ripete spesso. “Mi piace tirare le orecchie alle pizze, ognuna ha il suo carattere e deve mostrarlo, odio le pizze perfettamente rotonde e se c’è più pomodoro da una parte rispetto ad un’altra è perché usiamo pomodori veri”. Molti i vip che lo amano, le pareti del suo ristorante sono piene di fotografie. Tra le altre anche Eva Henger, che è stata a cucinare pizze una sera da lui. Senza dimenticare i giocatori del Brescia Calcio e del Germani Brescia, che quando possono, anche dopo le partite, lo passano a salutare. Ciro ama le iniziative benefiche. Oltre al lavoro in carcere per formare i detenuti a diventar pizzaioli, Ciro si è dedicato anche alla formazione nel Rione Sanità di Napoli, un quartiere che gli ricorda la strada in cui è cresciuto, via Rossini a Frattamaggiore. L’istituto che ha accolto il suo progetto è stato l’Istituto alberghiero D’Este Caracciolo, ha portato a termine delle lezioni online a dei ragazzi che seguono l’indirizzo enogastronomico e l’indirizzo sala e accoglienza.

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