Quella del caregiver familiare è una figura che sta acquisendo un valore sempre più elevato nella società attuale, soprattutto per ciò che concerne l’assistenza alle persone anziane o con disabilità. Ma chi è di preciso il caregiver? Si tratta di un soggetto che si occupa di una persona che non è autosufficiente. Nella maggior parte dei casi si fa riferimento, appunto, ai caregiver familiari, che sono assistenti anziani di famiglia: i pazienti, cioè, sono parenti che necessitano di un’assistenza costante. Il caregiver, pertanto, si dedica alle attività di cura del paziente assistito tutti i giorni.
La situazione nel nostro Paese
Solo in Italia ci sono più di 8 milioni di caregiver familiari: un dato che dimostra quanto sia diffuso il fenomeno. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne che si prendono cura, a titolo gratuito, di un familiare – il genitore, ma non solo – che è malato o che comunque non è autonomo e ha delle difficoltà di carattere motorio. Il nostro è un Paese in cui si riscontra un costante invecchiamento della popolazione, ed è anche per questo motivo che sta diventando sempre più importante la funzione del caregiver, complici i progressi che sono stati compiuti nel settore sanitario e in quello medico. Eppure, fino a questo momento non è stato ancora attribuito alla figura del caregiver un riconoscimento ufficiale, per quanto sia allo studio da tempo una legge finalizzata a dare diritti e dignità a coloro che si dedicano a questo tipo di attività.
Come prepararsi ai compiti di un caregiver
Il fatto è che in molti casi ci si ritrova a diventare caregiver familiari in modo imprevisto, a causa di una improvvisa necessità. La conseguenza è che quasi sempre chi deve prestare assistenza non ha la necessaria preparazione per agire o addirittura non è consapevole del ruolo che è chiamato a rivestire. Un ruolo che presuppone delle competenze ben precise e che ha delle implicazioni e delle ripercussioni notevoli dal punto di vista della vita familiare e quotidiana. Senza dimenticare i casi in cui ci sarebbe bisogno di un supporto psicologico ad hoc.
Una figura non professionale
Come si è capito, il caregiver non è una figura professionale esterna, e offre il proprio servizio a titolo gratuito. Un conto è un badante e un conto è un familiare che, volente o nolente, si ritrova a dover assistere una persona anziana o malata gratuitamente. Ma che cosa si può fare se non c’è nessun parente che possa garantire l’assistenza della persona anziana? Una delle opzioni che possono essere prese in considerazione è quella del ricovero in una casa di riposo; in alternativa si può decidere di assumere un badante. È ovvio che entrambe le soluzioni hanno pregi e difetti, che meritano di essere esaminati con attenzione senza trascurare, ovviamente, la situazione economica.
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Che cosa fa un caregiver
Sono potenzialmente numerose le mansioni a cui è destinato un caregiver, che si può occupare sia di sorveglianza passiva che di assistenza diretta. Molto dipende dalle caratteristiche del soggetto assistito, e in particolare dalle sue abilità residue e dal suo livello di autonomia. Per quel che riguarda l’assistenza diretta, le attività più importanti riguardano l’igiene quotidiana e l’acquisto di protesi e ausili per incontinenza, ma anche la somministrazione dei medicinali e la preparazione dei pasti, con relativa somministrazione. Inoltre, il caregiver deve anche cambiare il pannolone del paziente, se questo soffre di incontinenza fecale o urinaria, e ha il compito di organizzare le visite mediche, accompagnando il parente in ambulatorio o in ospedale. Insomma, al di là degli aspetti più prettamente pratici, occorre badare anche alla gestione delle procedure di carattere burocratico e amministrativo. La sorveglianza passiva, invece, si rende necessaria nel momento in cui l’assistito è allettato e non si può muovere.