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Il Monte Grappa tra flora, fauna e uomo

FLORA-FAUNA

Il Monte Grappa e le aree pedemontane e di alta pianura che lo circondano presentano le dinamiche ecosistemiche della fascia prealpina italiana, essendo, nello specifico, elemento di cerniera tra pianura padana e dolomiti orientali. I principali tratti tipici della Prealpi orientali sono riscontrabili in termini di habitat, di biodiversità e di evidenze della cultura agro-silvo-pastorale. Ad esempio, si ricordano gli alpeggi di alta quota, il carsismo e lascarsità d’acqua, la ricchezza e varietà di specie selvatiche, coltivate ed allevate. Nonostante alcuni punti particolarmente impervi, il Grappa è un territorio molto vissuto, con una ricca rete sentieristica ed insediamenti, alcuni dei quali legati alle vicende belliche, con una ricca rete stradale che presenta un elevato numero di strade silvo-pastoriali.

Dalla fascia collinare a quella altimontana, è possibile riscontrare 24 Habitat Natura 2000: dai laghi eutrofici naturali alle lande alpine e boreali, dalle boscaglie di Pinus mugos e subartiche di Salis spp alle grotte non ancora sfruttate a livello turistico, dalle praterie magre da fieno alle pareti rocciose calcaree.

Sia in abito preaplino che collinare, lo stato della biodiversità è generalmente buono, con una ricchezza morfologica e una presenza di gradienti altitudinali che concorrono a garantire la presenza di differenti tipologie di nicchie ecologiche. A minacciare la ricchezza i specie e habitat, lo sviluppo dell’edificato e delle infrastrutture viarie, che, ad esempio, impediscono i movimenti alla fauna e ne riducono gli habitat di rifugio, nidificazione e foraggiamento.

Caratteristica importante della fascia collinare è la coltivazione di vigneti: la produzione del vino è settore economicamente trainante per tutta la zona e risorsa turistica (vedi la Via del Prosecco). Alcuni relitti di paesaggi agrari storici presenti nell’ambito hanno un notevole valore naturalistico e culturale: tra essi, i Campazzi di Onigo sono costituiti da ambienti agricoli intervallati da tratti boschivo-forestali e prati umidi e mostrano una notevole qualità ecologica e paesaggistica.

Vi sono moltissime specie botaniche di notevole interesse, tra cui 37 specie appartenenti a ben 17 generi di orchidee spontanee (su un totale di 230 catalogate in Italia), ed una specie di Anemone, nei tratti di prati magri e aridi, segnalata in solo 2 altre località italiane, una in Piemonte e una ai Colli Alti del Grappa.

Moltissime tra le specie animali sono protette: diverse specie di Uccelli (ad esempio, il Gallo cedrone, l’Aquila reale, il Falco pellegrino), Anfibi e Rettili (come il Tritone crestano, l’Ululone dal ventre giallo, la Nitrice Tassellata), mammiferi (ad es. il Ferro di cavallo maggiore e minore, il Vespertillo mustacchino, la Nottola di Leisler). Inoltre, altre specie sono rilevanti, nonostante non siano protette da direttiva Habitat, e vi sono molte specie di uccelli di interesse. La fauna invertebrata (Lepidotteri, Imenodotteri, Coleotteri, Rincoti e Ortotteri) rappresenta il gruppo più numeroso.

Tra le presenze endemiche di significativo valore vi sono i clasinbionti, strettamente dipendenti da habitat molto poco diffusi e sensibili anche a minime perturbazioni ambientali; le forme ipogee della famiglia dei Carabidae, di importanza internazionale, sono bioindicatori in quanto altamente sensibili a minimi variazioni di singoli fattori ambientali, come l’inquinamento delle falde; il Duvalius breiti, insetto coleottero endemita italiano; la Vacca Burlina, inserita nel “Registro Anagrafico delle popolazioni bovine autoctone e gruppi etnici a limitata diffusione” istituito del 1985 per la salvaguardia delle specie a rischio di estinzione.

Le pressioni sulle specie chiavi sono: attività di agricoltura, allevamento e gestione forestale; urbanizzazione, industrializzazione, attività umane e inquinamento prodotto; trasporti e comunicazioni; fenomeni naturali con origine non direttamente connessa al attività antropiche in atto sul territorio.

Per le specie floristiche così come per quelle faunistiche, sono state previste attività di monitoraggio, conservazione e gestione per le specificità a rischio. Vista la convergenza di vari elementi geografici e climatici, l’area del Monte Grappa è un vero e proprio scrigno di biodiversità.

 

RESIDENTI

Nei 25 Comuni afferenti al territorio della Riserva di Biosfera vivono 174 mila persone, non ugualmente distribuite tra i Comuni: 13 Comuni hanno meno di 5.000 abitanti e 9 ne contano tra i 5.000 e i 10.000. Bassano, Feltre e Romano d’Ezzelino superano quest’ultima soglia.

Di particolare rilevanza il fenomeno di spopolamento del territorio: a partire dal XIX secolo, gli insediamenti, in particolar modo del feltrino, della valle del Piave e della pedemontana vicentina e trevigiana, hanno cessato le attività silvo-pastorali, abbandonando le zone medio-alte del Massiccio del Grappa. Questo primo spopolamento fu a carattere permanente, con un’emigrazione definitiva verso il Sud America e l’Argentina tra il 1870 e il 1910. A questa si sommò la migrazione temporanea degli uomini verso il resto del Veneto e la Lombardia, ragion per cui l’economia agricolo-pastorale rimase a capo alle donne e ai vecchi. Lo spopolamento è continuato costantemente negli anni successivi, segnando fortemente alcune zone del territorio, ed è in atto tutt’oggi.

Le strutture insediative si trovano essenzialmente in città e luoghi centrali, corrispondenti all’insediato storico (Asolo, Feltre, Bassano del Grappa) o lungo la SP248, la SS47 o la SS50bis. In quota, si trovano insediamenti rurali che evidenziano segni di lungo rapporto tra uomo e ambiente, con sovrapposizioni di insediamenti avvenuti nel corso dei secoli.

Le aree di fondovalle del Monte Grappa sono caratterizzate da centri abitati permanentemente (fino a 400m di altitudine), con attività di scambio e servizi amministrativi, campi e prati coltivati e grandi arterie di comunicazione. Questi insediamenti, nell’antichità, erano il principale polo di scambio per la vendita di prodotti caseari e per l’approvvigionamento di generi di prima necessità. Le aree di mezzacosta del massiccio invece ospitano boschi, prati e pascoli, abitazioni e ricoveri per il bestiame con insediamenti semipermanenti comunicanti con il fondovalle da una parte e con il le aree a maggior quota dall’altra. Gli abitanti lungo le valli erano particolarmente interessati dal traffico fluviale e stradale, che ha portato allo sfruttamento di attività produttive connesse alle produzioni locali e alle risorse idriche. Gli abitanti di queste zone sfruttavano la cima del monte per l’alpeggio, soprattutto da giugno a settembre, e per le risorse forestali, e vi costruirono abitazioni come casere e malghe ma anche artefatti tipici del territorio: i “fojarol”, ovvero costruzioni rustiche con copertura di fascine di faggio.

L’organizzazione delle attività agricole nel Monte Grappa rappresenta un caso particolare rispetto al modello generale delle Alpi, con una prevalenza di insediamento isolato, dove ogni proprietà racchiudeva, al suo interno, il ciclo completo delle attività produttive (prato, pascolo, piccole aree boschive).

A partire dagli anni ’60, nella zona della cima si sono sviluppati alcuni nuclei di seconde case ad uso turistico, in particolare nella porzione occidentale e meridionale del Massiccio.

Nell’elaborazione del Piano di Gestione della SIC ZPS “Massiccio del Grappa” sono state riconosciute 38 malghe monticate. Nell’intero territorio della Riserva di Biosfera si riscontrano invece 77 malghe, che hanno trovato negli ultimi anni il supporto delle amministrazioni locali per il loro sviluppo e mantenimento. Recentemente, i malgari hanno spesso iniziato ad associare l’attività dell’alpeggio con la vendita dei prodotti in loco e l’agriturismo grazie al quale possono contare su una maggior solidità economica. Sono 20 le malghe che offrono attività ricettiva e 12 quelle che associano oltre all’attività ristorativa anche l’ospitalità, mentre tutte le malghe mappate si occupano di produzione casearia.

 

ECONOMIA (business complessivo in soldi che si muove sul grappa (e stima di quanto porterà unesco)

Tra gli obiettivi della candidatura vi è lo sviluppo economico e umano, socialmente, culturalmente ed ecologicamente sostenibile. Le comunità locali potranno vedere nella Riserva della Biosfera un “laboratorio di idee concrete ed innovative”, capace di stimolare nuove progettualità. Durante la fase di candidatura, ad esempio, sono stati raccolti 152 progetti – proposti da 76 diversi proponenti, stakeholders pubblici e privati – che mirano a proteggere, promuovere e valorizzare il rapporto tra l’uomo e la biosfera e lo sviluppo socio economico sostenibile del territorio.

I 25 Comuni aderenti al Programma MAB UNESCO hanno lo scopo di raggiungere in sinergia diversi obiettivi di sostenibilità promossi dalla comunità internazionale tra cui, ad esempio, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Inoltre, già 6 Comuni hanno firmato il protocollo di Intesa per Veneto Sostenibile, l’iniziativa regionale che risponde alla Strategia Nazionale per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Innanzitutto, si vuole incentivare la qualificazione delle produzioni agroalimentari, favorendo la biodiversità coltivata ed allevata, consolidare la mobilità dolce e perseguire azioni strategiche legate ai temi della sostenibilità della fruizione turistica. Inoltre, il territorio promuove l’efficienza energetica e la mitigazione delle emissioni attraverso l’adesione al Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors) e la redazione di un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES). Al fine di tradurre l’impegno politico in misure e progetti pratici, i Firmatari del Patto si sono impegnati a presentare un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) che definisce le azioni chiave che i territorio e l’Amministrazione locale intende intraprendere.

Molti altri progetti promuovono la mobilità sostenibile, la salvaguardia della biodiversità, la ruralità, l’educazione, il turismo e le città sostenibili, la cittadinanza attiva e la cultura.

L’area ospita una concentrazione significativa di attività produttive, con prevalenza del settore secondario. Tra queste vi sono realtà significative per il loro valore iconico e per la rilevanza produttiva a livello nazionale nella produzione di manifattura industriale legata al settore del tempo libero. I 25 Comuni interessati vengono caratterizzati dalla discreta presenza di unità locali industriali e di servizi che impiegano la maggior parte della popolazione attiva: sono 14.396 le imprese che hanno sede nel territorio dei 25 Comuni.

I dati raccolti dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Treviso e Belluno evidenziano una presenza esplicita di tessuto imprenditoriale fatto di micro imprese (fino a 10 addetti). Queste rappresentano il 93,4% delle imprese iscritte nelle Camere di Commercio.

Il territorio della Riserva della Biosfera è caratterizzato dall’artigianato e dalla manifattura delle piccole e medie imprese, ma anche dalle grandi aziende di rilevanza internazionale.  Il PIL pro-capite è in crescita negli ultimi anni, ed è pari a circa 32.000 euro, posizionando l’area tra le regioni più ricche d’Europa. Tuttavia, alcune aree più rurali e più soggette a spopolamento necessitano di una particolare valorizzazione, su cui la Riserva di Biosfera può intervenire attraverso attività di formazione per una nuova imprenditorialità e nuove professionalità, favorendo in particolar modo i giovani e le imprese innovative e sostenibili.

Inoltre, l’inserimento di un territorio nella rete mondiale del le Riserve della Biosfera del Programma MAB UNESCO potrebbe favorire l’accesso a programmi e fondi internazionali finalizzati allo sviluppo di progetti di collaborazione.

I nuovi indirizzi di Politica Agricola Europea (PAC) 2014- 2020, ad esempio, considerano appositi canali di finanziamento attraverso i Piani di Sviluppo Rurale per il sostegno ad attività agricole in ambiti di tutela ambientale e paesaggistica (già oggi nei siti della Rete Natura 2000) o comunque in aree interessate da progetti di valenza sovra locale, come appunto potrebbe essere una Riserva della Biosfera, anche al fine di affrontare e risolvere potenziali conflitti tra attività agricole e zootecniche ad elevato impatto ambientale e attività di agriturismo e turismo sostenibile.

 

TURISMO (dati turistici e per tipologia di interesse (sport, volo…, sacrario, trekking, malghe)

L’area del Monte Grappa non presenta una vocazione turistica forte, ma attira fruitori di sentieri, appassionati di sport outdoor, amanti del patrimonio storico-culturale ed enogastronomico. È interessata dal cosiddetto “turismo di prossimità” sia riferita ai residenti delle aree limitrofe che ai turisti dei vicini poli turistici. Il turismo della zona è “slow”: responsabile, sostenibile, che predilige trasporti alternativi per la visita al territorio.

Il turismo naturalistico e quello legato al trekking, all’arrampicata, alle ferrate e alla speleologia è parte importante dell’economia del territorio. In totale, sono più di 50 i sentieri che percorrono esclusivamente il Monte Grappa, corrispondenti a più di 440 km di sentieri CAI e 320 km di altri sentieri. Il Monte Grappa è molto interessante anche per il climbing: sono 1.500 le vie attrezzate suddivise in 19 diversi siti tra piccole palestre di roccia o falesie.

La salita al Grappa è una delle sfide più avvincenti per i ciclisti professionisti e gli appassionati: 1.500 metri di dislivello e 20km di strada, con alcuni tratti al 18% di pendenza, è una sfida che viene affrontata come un rito. Inoltre, vi sono moltissime altre strade sterrate risalenti alla Grande Guerra, di difficoltà molto alta, ed altre 5 risalite dure al massiccio. 14 sono i percorsi da mountain bike per la pratica del ciclismo off-road, e vi sono anche discese adatte al downill. Oltre alle vie del massiccio, molteplici sono i sentieri ciclabili anche in pianura, alcuni più brevi, altri allacciati a percorsi più lunghi (Via Claudia Augusta Altinate, 655km).

Le discipline del deltaplano e del parapendio sono attuate per circa 300 giorni l’anno; inoltre, durante l’anno sono diverse le manifestazioni e le gare organizzate nel territorio, con atleti provenienti da tutto il mondo. Gli sport legati all’acqua – rafting, canoa, hidrospeed, pesca sportiva – fanno parte dell’offerta turistica dei Comuni lungo il Brenta. A livello storico-culturale, sono innumerevoli i centri, i borghi, i beni storici, i musei legati al territorio.

I flussi che interessano l’area della Riserva derivano in buona parte da visite del fine settimana o residenziali di breve durata e si concentrano in particolar modo nei giorni festivi, incentivati soprattutto dall’outdoor (escursionismo, ciclismo, sport legati all’acqua…) e dall’enogastronomia.

Il riconoscimento a Riserva di Biosfera del Monte Grappa può costituire una strategia di sviluppo locale e territoriale sostenibile e volto ad un turismo lento, dolce ed esperienziale, elementi che già caratterizzano i flussi presenti oggi.

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