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Il viaggio del chicco: dalla piantagione alla tua tazzina a Padova


Se c’è una città in Veneto che si può definire in rima con la parola caffè, questa è Padova. Da due secoli infatti tra l’università e palazzo Moroni si staglia la  mole del gran caffè Pedrocchi, uno dei caffè storici più noti d’Italia. E quando nacque per l’intuizione dell’monimo barista, questo luogo frutto del genio dello Jappelli è diventato un tempio del chicco bruno che agitava le notti degli intellettuali negli anni del risorgimento.
Un viaggio lungo due secoli quello che a Padova la tazzina ha fatto in centinaia di caffè prima e poi nelle moke dei padovani, che secondo le statistiche sono tra i più forti bevitori di miscela arabica d’Italia. Tanto che i principali brand hanno parto delle autentiche boutique sul liston della zona pedonale dove nell’800 il derby era tra il Pedrocchi e il caffè Cavour. Ora l’espresso arriva agevolmente anche a cassa e c’è chi acquista caffè in grani Lavazza online
La storia del caffè a Padova, un derby tra Vescovi e Diemme
Numerosi erano i brand padovani doc nati più o meno tra fine ‘800 e inizi ‘900, proprio gli anni in cui la fucina del bere in città sfornava anche primati nazionali quali il Vov o l’aperitivo dalle asserite virtù medicamentose frutto di intuizione e sapienza chimica dei fratelli Barbieri con l’Aperol.
Da una parte c’era la torrefazione Vescovi, con la bella sede a vista mura in zona via Vicenza/corso Milano che poi è passata di mano ed ora ospita negozi e ristoranti. Ancora attiva e di rilevanza ormai nazionale invece la torrefazione Diemme della famiglia Dubbini, che oltre alla sapienza del lavorare i chicchi di caffè nell’avveneristica sede in zona Albignasego, ha arricchito la propria attività con oculati investimenti nel settore immobiliare.
In piazza delle Erbe è arrivato Starbucks
In città proprio in zona piazze ha aperto da qualche tempo anche Starbucks con un locale ampio ed elegante che affaccia nella centralissima piazza delle Erbe. Non parrebbe per il momento che il punto di vendita del grande gruppo della coppa di cartone abbia impensierito la concorrenza, parecchio agguerrita in una città in cui arrivano ogni giorno oltre 50mila studenti universitari ed altrettanti lavoratori che proprio nel caffè di metà giornata o di metà pomeriggio vedono un rito ancor più saldo, ai tempi del novo codice della strada, rispetto all’aperitivo serale che appare abbastanza in calo. Tutti più sobri ma forse più nervosi? Non è proprio detto, anzi, visto che una quota crescente di consumatori si rivolge verso le miscele decaffeinate.
Caffè vicino a un euro e mezzo

Quanto costa un caffè a Padova? La media in zona piazze è a 1 euro e 40 centesimi nei caffè più curati. Difficile trovarlo a un euro anche in estrema periferia. «È inutile girarci intorno», spiega Gianni Zaghetto, del Caffè Racca , «La qualità va riconosciuta e pagata. Specialmente quando in laboratorio e dietro al banco ci sono professionisti del settore che usano materie prime e prodotti di alta qualità.

Per me far pagare un buon caffè al banco 1. 50 o 1. 60 euro come hanno deciso i titolari del Cavour non è per niente eccessivo. Come miscela uso Hausbrandt, una delle migliori in assoluto che ha fatto la storia del caffè.

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