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Il museo che riflette su sé stesso

Domenica 27 aprile alle ore 11 presso Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, nell’ambito della mostra Acacia di Marco Maria Zanin – progetto che intreccia archeologia, memoria personale e pratiche artistiche contemporanee – si inserisce il primo di una serie di panel pubblici, intitolato Il museo che riflette su sé stesso: l’arte contemporanea come chiave di rilettura del patrimonio.

Questo incontro intende attivare una riflessione condivisa su come l’arte contemporanea possa agire come forza trasformativa, capace di mettere in discussione i dispositivi canonici dell’archivio, interrogare le funzioni del museo e aprire traiettorie di riparazione storica, culturale e personale.

In dialogo con l’artista e antropologo Marco Maria Zanin, interverranno Marco Scotini — curatore e teorico che indaga da anni il potenziale politico dell’archivio come contro-narrazione — e Matteo Lucchetti, il cui lavoro curatoriale esplora la funzione sociale dell’arte e le dinamiche di inclusione nei processi culturali. Modera l’incontro Giada Pellegrini, archeologa, responsabile delle collezioni archeologiche dei Musei Civici di Reggio Emilia e curatrice interna della mostra Acacia. I relatori esploreranno il ruolo del museo come spazio non neutrale, attraversato da tensioni storiche, omissioni e possibilità di riscrittura.

Il museo, da dispositivo di conservazione a soggetto riflessivo, si presenta qui come organismo capace di interrogare le proprie genealogie, di mettere in relazione il passato con le urgenze del presente, e di immaginare nuovi rapporti con le comunità, i territori e gli oggetti. In questa visione, l’archivio non è un deposito immobile, ma un campo dinamico, un ecosistema narrativo che può essere riattivato attraverso pratiche artistiche in grado di evidenziarne i silenzi e suggerire nuove trame di senso. La parola “riparazione” assume in questo contesto una valenza relazionale e generativa, che si estende dalla sfera collettiva a quella intima: un gesto che riapre il dialogo tra storie frammentate, saperi marginalizzati e vissuti corporei, esplorando possibilità di risonanza tra lutti privati e memorie pubbliche.

Questo primo panel si configura così come una soglia critica per mettere in discussione le forme di autorappresentazione del museo e sperimentare modalità di cura del patrimonio che non siano solo conservazione, ma anche riconfigurazione: un museo che, grazie all’arte, si mette in ascolto del proprio tempo e del proprio corpo interno, per connettere il presente alle sue ferite e alle sue possibilità ancora aperte. L’intervento si inserisce e al tempo stesso rafforza una prassi già attiva all’interno dei Musei Civici di Reggio Emilia, che da anni promuovono la sperimentazione con l’arte contemporanea come strumento di rilettura critica del patrimonio e di coinvolgimento delle comunità. Attraverso collaborazioni con artisti, artigiani e curatori, il museo si configura sempre più come laboratorio aperto, capace di accogliere prospettive plurali e generare nuovi immaginari.

Marco Scotini è critico d’arte e curatore. Direttore artistico a FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano, polo specializzato nella conservazione e valorizzazione delle collezioni private, degli archivi d’artista e nella promozione dell’arte contemporanea. Dal 2004 è direttore del Dipartimento di Arti Visive di NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e Roma. È direttore scientifico dell’Archivio Gianni Colombo, dell’Archivio Bert Theis, dell’Archivio Clemen Parrocchetti, dell’Archivio Nanni Balestrini e dell’Archivio Bruno Di Bello. Dal 2014 è responsabile del programma espositivo del PAV – Parco Arte Vivente di Torino. È stato direttore artistico della 2nd Yinchuan Biennale e membro dell’Italian Council. Ha curato oltre duecento esposizioni per le più importanti istituzioni artistiche nazionali ed internazionali, tra cui il padiglione albanese alla Biennale di Venezia (2015), tre edizioni della Biennale di Praga (2003, 2005, 2007), L’Inarchiviabile / The Unarchivable. Italia anni 70 presentata a FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano (2016), Anren Biennale (2017), Seconda Yinchuan Biennale (2018), Il Soggetto Imprevisto (2019) sugli archivi del femminismo italiano, 17ª Instanbul Biennale (2022), BETA Timișoara Biennale (2022) ed è stato advisor per Bangkok Biennale (2020 e 2022). Disobedience Archive, dal 2005 al 2014, ha viaggiato nei musei di diverse città del mondo. È direttore della collana Geoarchivi della casa editrice Meltemi e ha al suo attivo numerose monografie di artisti italiani e internazionali (tra cui Gianni Pettena, Ugo La Pietra, Deimantas Narkevicius, Laura Grisi, Mario Cresci).


Matteo Lucchetti è curatore, storico dell’arte e scrittore. È curatore per le arti e culture contemporanee presso il Museo delle civiltà di Roma. Dal 2011 cura, con Judith Wielander, Visible, progetto di ricerca e sostegno alle pratiche artistiche socialmente impegnate di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e Fondazione Zegna. È inoltre guest curator per il progetto Pompeii Commitment. Archeological Matters. Ha lavorato come curatore delle mostre e del public program al BAK di Utrecht nel 2017–2018, ed è stato curatore della 16ma Quadriennale di Roma. Tra i progetti curatoriali si ricordano: Gala Porras-Kim: A Recollection Returns With a Soft Touch, Museo delle Civiltà, 2024; Museo delle Opacità, Museo delle Opacità, Museo delle Civiltà,2023; DAAR: Ente di Decolonizzazione – Borgo Rizza (vincitore del leone d’oro alla Biennale di Venezia), per La Loge di Bruxelles, il Madre di Napoli e la Biennale di Berlino, 2022-2023; Raffaella Crispino: We Want Mirrors. A Journey Into the Matrix of Coloniality, MMSU, Rijeka, 2022; Marzia Migliora. Lo spettro di Malthus, MA*GA, Gallarate; Sammy Baloji. Other Tales, Lunds Konsthall e Kunsthal Aarhus, 2020; Marinella Senatore: Piazza Universale. Social Stages, Queens Museum, New York, 2017. Tra le sue pubblicazioni ci sono Visible: Art As Policies for Care, con M.Angelotti e J. Wielander, Nero editions, 2024, e la monografia Marzia Migliora: Sette mostre immaginifiche, con A. Cestelli Guidi, Nero editions, 2024.

Giada Pellegrini è conservatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Civici di Reggio Emilia (MCRE) e tra i curatori della nuova sezione Archeo Logos, progettata con l’architetto Italo Rota. Ha partecipato a campagne di scavo nel territorio di Reggio Emilia, ha fatto parte del comitato scientifico di mostre, tra cui On the Road. Via Emilia 187 a. C. – 2017, Reggio Emilia 2017-2018. Ha coordinato l’area educazione dei MCRE. E’ relatrice nell’ambito di convegni scientifici, tra cui Attualità di don Gaetano Chierici: archeologo, museologo e maestro di impegno civile, Reggio Emilia 2019 e Crescere al museo, educazione e innovazione per immaginare il futuro, Reggio Emilia 2018Cura il public program Dallo scavo al museo (MCRE)pubblica contributi di carattere archeologico e topografico su volumi scientifici e riviste di settore, è autrice di saggi inerenti l’educazione museale.

Marco Maria Zanin (Padova, 1983) è artista, ricercatore e attivista. Si laurea prima in Lettere Moderne e poi in Relazioni Internazionali, attualmente è dottorando in Antropologia presso ISCTE/NOVA di Lisbona con una tesi dal titolo Potenzialità nella frontiera tra arte e artefatto. Sviluppa attività di ricerca sulle forme di relazione tra l’essere umano e la terra, mettendo in luce, con un approccio interculturale, pratiche e rituali utili a rinsaldare il legame tra i membri della comunità umana e tra essi e il territorio, in una forma che metta al centro la vita in tutte le sue forme. Tra le mostre personali recenti si ricordano: Soil Kinships (2021) a cura di Matteo Lucchetti, presso la Galleria Spazio Nuovo di Roma; Strati di tempo nella Chiesa di Sant’Agnese (2021) presso la Casa dei Tre Oci, Venezia; Le Opere e i Giorni (2019) a cura di Antonio Grulli, presso i Musei Civici di Bassano; As Obras e os Dias (2017) a cura di Jacopo Crivelli Visconti, presso Pivô Arte e Pesquisa di San Paolo; Dio è nei frammenti (2017) a cura di Daniele De Luigi, presso la Galleria Civica di Modena; O Lado Direito do Avesso (2015) a cura di Paulo Miyada, presso la Oficina Cultural Oswald de Andrade di San Paolo. Sue opere sono contenute in Collezioni private e pubbliche tra cui MART, Museo Morandi, Fondazione Modena Arti Visive, Fondazione Brodbeck, Fondazione Alberto Peruzzo, MAM Rio de Janeiro, Salsali Museum Dubai.

Acacia è un progetto artistico di Marco Maria Zanin, realizzato dal Comune di Reggio Emilia – Musei Civici, sostenuto dal PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, si sviluppa all’interno del Museo Gaetano Chierici di Paletnologia, proponendo un dialogo tra epoche diverse attraverso una metodologia che combina pratica artistica e artigianale (fino al 27 luglio 2025). Il progetto nasce da una storia personale dell’artista: la perdita della sorella gemella prima della nascita, da lui chiamata, affettuosamente, Acacia. Attraverso un linguaggio visivo che intreccia scultura, fotografia, ceramica, bronzo, vetro e tessitura, l’artista costruisce un corredo funebre contemporaneo, in cui i manufatti – realizzati in collaborazione con artigiani selezionati insieme alla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte – si relazionano con i reperti archeologici della collezione. Il progetto si fonda su un’idea di passaggio e trasformazione, dove la memoria del corpo, le emozioni e il lutto diventano materia viva, in grado di generare nuove possibilità di relazione con il passato e con il futuro. La collezione si trasforma così in un archivio dinamico, capace di stimolare connessioni inedite tra il pubblico e il patrimonio, aprendo spazi di riflessione e nuove prospettive di interpretazione. La fotografia, infine, completa il percorso espositivo con un racconto visivo che ripercorre il ciclo della vita e della perdita, muovendosi tra ricerca scientifica, documentazione antropologica e immaginario poetico.

Marco Maria Zanin. ACACIA

A cura di: Irene Biolchini, Alessandro Gazzotti e Giada Pellegrini

Date: 28 marzo-27 luglio 2025

Sede: Museo Gaetano Chierici di Paletnologia | Palazzo dei Musei, via Lazzaro Spallanzani 1, Reggio Emilia

Progetto realizzato da: Comune di Reggio Emilia – Musei Civici

Sostenuto da: PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

In collaborazione con: Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte

Progetto grafico: Giulia Boccarossa

Video documentario: Stefano Rizzato

Orario di apertura da settembre a giugno: martedì, mercoledì e giovedì > 10-13; venerdì, sabato, domenica e festivi > 10-18.
Orario di apertura luglio: martedì, giovedì, domenica e festivi > 10-13; mercoledì, venerdì e sabato > 10-13.00 / 21-24.
Ingresso: gratuito

Sito web: www.musei.re.it

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