Un omaggio al Baldo, massiccio montuoso delle Prealpi Gardesane che, insieme alle vette della Lessinia e al lago di Garda, influenza il clima del territorio circostante, Valpolicella compresa e quindi la sua viticoltura, di cui l’Amarone è l’espressione principe: questo il desiderio di Cantina Valpolicella Negrar, che martedì 8 settembre organizza al rifugio Chierego a Ferrara di Monte Baldo (VR) l’evento “La fatica del gusto, il gusto della fatica“. Momento clou dell’iniziativa, la degustazione, finalizzata a verificarne l’evoluzione, di tre annate storiche – 2000, 2007 e 2015 – dell’Amarone della Valpolicella Docg classico Jago Domìni Veneti, microarea di valore della vallata di Negrar, vocata a produrre grandi vini di struttura, come conferma l’Amarone oggetto della degustazione, pluripremiato dalla critica di settore.
Un po’ di fatica per arrivarci, ma poi si viene premiati da vista e gusto. Meta amata e frequentata in ogni stagione dai camminatori, il rifugio Chierego si trova ai piedi di Cima Costabella, in posizione spettacolare sulla cresta del Baldo, a 1911 metri d’altezza. Costruito nel 1962 in onore del medico e alpinista veronese Giovanni Chierego, il rifugio è punto di riferimento per l’accesso e la traversata del gruppo del Baldo. Dalla sua terrazza si può ammirare uno spettacolo mozzafiato, lo stesso che gusteranno i partecipanti all’evento (max 20 per rispettare le norme di distanziamento fisico anti-Covid, costo 30 euro a persona, prenotazione obbligatoria al numero 348-2232734 Zeno Rossi), che avrà inizio alle 16:30 con il ritrovo alle Due Pozze, dove si potrà parcheggiare, per salire a piedi al rifugio in circa 2 ore e mezza lungo la strada risalente alla Grande Guerra, immersi nella natura incontaminata del Baldo (6,5 km, 630 metri di dislivello). Ad accogliere i camminatori ci sarà l’aperitivo, con taglieri di salumi e formaggi locali abbinati al Prosecco bio Amets prodotto a Vittorio Veneto (TV), nei vigneti probabilmente a più elevata altitudine della denominazione Prosecco Doc, dall’azienda dell’ex campione di ciclismo Marzio Bruseghin, presente all’evento. La serata continuerà con la degustazione dell‘Amarone Jago, insieme ad assaggi delle specialità del rifugio, tra cui tris di canederli con burro o brodo, formaggio fuso, spezzatino di cervo, gulash, luganega con sugo al pomodoro.
Il Monte Baldo offre una varietà biologica eccezionale a due passi da casa per veneti e trentini, che però latitano. Di proprietà dell’Unione Montana Baldo Garda, il rifugio Chierego è gestito da Matteo Calzà, originario di Arco (TN), che trascorre al rifugio 250 giorni l’anno, quindi a tutti gli effetti, veronese d’adozione. Nonostante la pandemia che ha colpito economicamente soprattutto il settore turistico, Calzà si dichiara molto contento della stagione estiva, grazie anche al tempo stabile, con piogge notturne o di prima mattina. “Nel complesso abbiamo servito meno piatti, ma, specie ad agosto, c’è stato il doppio della gente rispetto agli altri anni, ed anche se le persone si portano il pranzo a sacco per il pic-nic in giornata, un caffè, una birra o una grappetta non se la fa mancare nessuno“, dichiara Calzà. Che si rammarica del fatto che il Baldo sia conosciuto più dai turisti nord europei piuttosto che dalla gente locale e dagli italiani. Arrivano soprattutto nel periodo delle fioriture, perché il Monte Baldo, considerato il “giardino d’Europa”, ospita ben 1952 specie di piante, il 43% delle specie dell’intera flora alpina, pur estendendosi solo sullo 0,2% del territorio alpino. In questo massiccio di natura calcarea sono state censite 2085 specie diverse di farfalle su un totale di 5127 specie segnalate nell’intera Italia.