Questo è l’anno dell’Unesco, appuntamento a luglio a Baku dove contiamo di consegnare a un’area naturalistica straordinaria come le Colline del Prosecco il titolo di Patrimonio dell’Umanità Unesco. Lo meritano territori unici, la loro storia, i loro abitanti e i produttori rispettosi dell’ambiente e votati alla qualità”.
Lo ha detto il Presidente della Regione del Veneto intervenendo, oggi al Vinitaly alla presentazione dei risultati dell’annata 2018 del Valdobbiadene Prosecco Docg, tenutasi allo stand del Veneto.
“Sono i 50 anni della denominazione – ha ricordato il Governatore – e il riconoscimento di Patrimonio dell’Unesco lo dedicheremo ai tantissimi che, decenni addietro, si spaccarono la schiena per creare, salita dopo salita, usando solo le mani e pochi attrezzi, il gioiello che sono oggi queste colline. Molti di loro non ci sono più, e non hanno potuto godere della fama e del successo economico di Prosecco, ma senza di loro tutto ciò non sarebbe esistito”.
Il Presidente della Regione ha tenuto a ricordare che “ancora oggi è così. Su questi pendii non si va con i macchinari, ma con le proprie gambe e le proprie mani, raccogliendo senza indugi la sfida del paesaggio e della sostenibilità”.
“C’è chi tenta di assegnare a questi vini la causa di tutti i mali – ha detto il Governatore, ma non è così. I produttori del Prosecco, e anche della Valpolicella si sono dati, e rispettano, rigidissimi codici di autoregolamentazione. E infatti – ha concluso – la sfida del futuro è il vigneto a impatto zero”.
I dati presentati oggi parlano di un successo confermato per il Prosecco Docg che, rispetto al 2017, ha aumentato il valore della produzione del 3,8%, le vendite nazionali del 6,3%, ed è cresciuto in doppia cifra sui nuovi mercati: Cina e Hong Kong, Australia e Nuova Zelanda, Federazione Russa.