UN UNIVERSO FUTURISTA

A distanza di 110 anni (1914/2024) dagli incontri fra Filippo Marinetti e i Cubo-Futuristi russi, compreso l’80° anniversario della scomparsa dello stesso Marinetti pubblichiamo, a ricordo, il presente articolo.

Il Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo di Balla e Depero è del 1915 in cui si dice:

“La valutazione lirica dell’universo, mediante le Parole in Libertà di Marinetti, e L’Arte dei Rumori di Russolo, si fondono col dinamismo per dare una espressione dinamica, simultanea, plastica, rumoristica della vibrazione universale. Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente.” Ma andiamo per gradi. Come in ogni film che si rispetti c’è un flashback che ci rimanda al passato. Qui dobbiamo riflettere su due avvenimenti artistici subitanei: il Cubismo e il Futurismo.

Il Cubismo nasce con Les Demoiselles d’Avignon di Picasso (1907), mentre il Futurismo è del 1909, con la pubblicazione sul Figarò del Manifesto Futurista di Marinetti, anche se il Manifesto dei Pittori Futuristi è dell’anno successivo:1910. Al rientro da Parigi il pittore russo Aristarch Lentulov, che aveva assistito alla prima mostra futurista, espose le sue opere a Mosca con grande sorpresa degli artisti russi che fusero i due movimenti: cubista e futurista in uno. Geniale fu Kazimir Malevic con il suo Affilatore di Coltelli del 1913 che raccoglie e sviluppa questa corrente e ne diventa il massimo  capofila. Seguiranno la corrente del Cubofuturismo i seguenti artisti: Aleksandr Archipenko, Vladimir Burljuk, Aleksandra Ekster, Natal’ja Goncarova, Michail Larionov, Ljubov’ Popova, Ol’ga Rozanova, e Sonia Terk. Ciò a dimostrazione che il Futurismo fu pure l’ultima avanguardia mondiale di quel secolo. Esso ebbe sviluppi in Messico con gli esponenti dello Stridentismo, movimento ispirato al Futurismo italiano, come Ramón Alva de la Canal, Germán Cueto e Fermín Revueltas. Così in Inghilterra con il nome di Vorticismo e capeggiato dal “nostro” poeta Ezra Pound, sepolto in Venezia. Per dare l’idea di due diversi contienti. Oramai lo “stile” futurista permeava la società mondiale, dai vestiti, alla musica, alle suppellettili da cucina, alle ceramiche, alle auto, affiancando e superando l’altra avanguardia mondiale che fu il Liberty. Incontri, conferenze, concerti degli intonarumori di Russolo si tennero nelle varie capitali, in primis Parigi, Londra e Milano. Importante per il racconto diviene la conferenza di Marinetti a San Pietroburgo nel 1914 ed il suo incontro con Vladimir Burljuk che gli faceva da accompagnatore, ma nel contempo era pure un suo diretto “avversario”. E, in parte per le incomprensioni linguistiche dato che Burljuk conosceva poco il francese e l’italiano, in seguito gli si affiancò quale interprete il giovane scrittore, e poi grande linguista Roman Jakobson, la cosa si concluse con un nulla di fatto in quanto Marinetti pretendeva che diventassero seguaci suoi e del Futurismo italiano, mentre Burliuk , V. Chlebnikov, e B. Livsic del gruppo “budetljani” (futuriani, in italiano) pur adottando la semantica futurista, ed alcune espressioni gergali come la parola “schiaffo”, fondamentalmente erano lontani dagli Italiani legati al dinamismo, alla guerra, alla velocità,  alla luce, perché volevano svecchiare la società passatista dell’arte, mentre i Russi definendosi Futuriani cercavano nel Neo-primitivismo sciamanico delle origini popolari il loro fondamento artistico. Aderivano a questo modo di concepire la pittura: David e Vladimir Burljuk, Marc Chagall, Natal’ja Goncarova, Michail Larionov, Kazimir Malevic, Aleksandr Sevcenko (autore di Neo-Primitivizm) e Igor’ Stravinskij. Poi, Larionov e la Goncarova usciti dal gruppo La coda dell’Asino, dove c’erano Malevic, Tatlin, Chagall e Kul’bin, svilupparono una loro modalità pittorica detta Raggismo che si muoveva da alcune istanze del Simbolismo del pittore lituano Mykolas Ciurljonis, ma soprattutto in considerazione della rifrazione della luce nell’uso del “prisma”.

Quindi due mondi erano completamente agli antipodi; sia quello del Futurismo che quello dei Futuriani. Tant’è che nel 1922 Brjusov, storico della poesia russa, ne trae una visione sociologica legata al cambiamento dei tempi e scrive: “Il Futurismo europeo occidentale era, indubbiamente, la più legittima creatura delle ultime fasi del capitalismo, nel riflesso della sua ideologia… Il Futurismo russo, invece, reclutava la maggior parte dei suoi sostenitori in strati sociali, organicamente estranei a questo atteggiamento.”(**) Marinetti tornò “scornato” da queste sue conferenze russe. E i russi svilupparono, o se vogliamo virarono verso un lato tipico dell’anima russa, quello della spiritualità e del misticismo con Kandinskij e Lo Spirituale dell’Arte, con Malevic e il suo Suprematismo, e con Chagall e il suo Mondo Onirico intriso di ebraismo. Mentre il Nichilismo dostoevskiano si concretò col suicidio del poeta Vladimir Majakovskij. Una storia diretta, raccontata da uno dei protagonisti in prima fila di questi movimenti e personaggi, è quella di Benedict Livsic con il suo libro L’Arciere da un occhio e mezzo. Per noi l’occasione di ricordare questa “storia” dell’Universo Futurista sarà una prossima mostra per raccontare nella ricorrenza dei  110 anni da questi incontri iniziati dalla data della conferenza di Marinetti in Russia nel 1914, e che oggi, nel 2024, merita di essere ricordata come uno dei tanti importanti avvenimenti storici appartenenti al Movimento Futurista.

Il curatore Boris Brollo

(**) Nota: Il testo fra virgolette è tratto dal saggio MARINETTI IN RUSSIA. STORIA DI UNA POLEMICA, di Aleksandr Parnis

" Redazione : ."