L’artista giapponese LOCO in mostra a Portogruaro

Mostra dell’artista giapponese LOCO dal titolo: LOCO, IL TEMPO ALL’OPERA si terrà negli spazi di Androne Bolzicco, The Art Agency e Studio Work di Portogruaro, con inaugurazione Sabato 15 Giugno, ore 18,30. Durerà dal 15 giugno al 6 luglio 2024< FINISSAGE il 3 luglio ’24 ore 21,00

LOCO – IL TEMPO ALL’OPERA

Il Tempo come “strumento” d’opera nell’arte contemporanea. Questa affermazione può sembrare strana, ma lo è meno di quel che si creda. Iniziò tutto con l’artista tedesco Sigmar Polke, negli anni Ottanta, il quale usando dei colori particolari, questi con lo scorrere del tempo, tendono a mutare e a virare verso il nero. Tale cambiamento è dato dal fattore Tempo che nel suo passare agisce sulla chimica delle vernici mutandone la pigmentazione e quindi la fisionomia finale. E’ un progetto occasionale, o, predefinito da parte dell’artista? E’ un risultato voluto e sperato da parte dell’artista? E’ nota la variazione nella ceramica Raku, ad esempio, della “ramina” che da pigmento nero sotto la pressione del calore del fuoco trasforma i suoi componenti e diventa verde. Cosicché gli artisti contemporanei assumono un comportamento progettuale in cui risulta essere il Tempo il vero autore della trasformazione dell’opera sia nella sua componente materica, che nella sua trasmutazione cromatica. E loro usano coscientemente queste tecniche dovute agli agenti chimici sottoposti a forze estranee come calore o freddo, fra questi Anselm Kiefer che usa trattamenti estremi di fuoco o di acidi in alcune sue opere. Pier Paolo Calzolari che usava refrigeratori creando così partiture di ghiaccio occasionali che componevano le sue opere. O, ancora, Biagio Pancino che sin dal 1981 con le sue Patate dipinte ed inchiodate che attendono l’agire del Tempo per germogliare e morire, svuotandosi così della polpa, raggrinzendo, poi, la pelle colorata in altrettante “mummie” strutturate dalla scorza stessa della patata. Quindi il Tempo è il vero artista! La tradizione romantica dava all’Ispirazione la patente spirituale della materia coloristica dell’opera, e al Pittore non restava che la parte manuale dell’operatore, o agente fisico, se si vuole. Qui viene dato al Tempo l’elemento spirituale e fisico dello svolgimento dell’opera, mentre al pittore, all’artista, non resta che la preparazione cromatica. Pertanto l’Artista viene svuotato della funzione creativa che viene lasciata ad uno “strumento esterno” che diventa alter ego “creatore”. La stessa funzione artistica viene assunta dalla pittrice giapponese Loco che prepara la sua tela con i colori e, poi, li lascia definire dalla pioggia, la quale agendo atmosfericamente permea e definisce l’opera stessa. Queste sue opere sono titolate: Rain Works. A questo punto va considerato l’ambiente e la natura del paese di origine e in cui opera Loco, cioè il Giappone. Paese in cui la natura è considerata”madre” benigna, e che nei Rain Works si unisce per tramite della pioggia alla tela. In questo connubio vi è simiglianza con la mitologia greca dove Giove si unisce, tramite elementi naturali, sessualmente con donne prescelte, e fra questi mezzi usa pure la “pioggia” di monete d’oro. Ma vi è pure un elemento ancestrale di natura psicanalitica l’acqua è anche liquido amniotico che porta alla maternità. Quindi quella di Loco è una natura feconda, unita al divino volere degli Dei, da una parte, e dall’altra è unione ancestrale con la Natura da cui proveniamo. Insomma tutta la sua opera risente degli elementi primordiali quali Aria, Fuoco, Terra, Acqua, come nella filosofia greca degli inizi. Ma gli stessi elementi naturali si possono trovare nell’arte giapponese del xx secolo. Sin dal 1955, nella prima mostra del Gruppo Gutai (Gu=strumento, Tai=corpo) ne fecero strumento espressivo: Kazuo Shiraga per le sue azioni sulla Terra;  Shozo Shimamoto con la gestualità cromatica nell’Aria, Sadamasa Motonaga per le opere d’acqua; Atsuko Tanaka per l’uso dell’energia elettrica quale fuoco moderno. L’artista Loco è stata a lungo allieva prediletta di Shimamoto di cui ne assorbì l’influenza della gestualità nell’uso del colore, e inoltre dell’azione spazio/temporale. Due criteri estetici che qui vediamo applicati alle sue opere.

Il curatore Boris Brollo

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